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Società & Diritti

Calcio femminile è cool ma la parità di genere è lontana

Boom di iscrizioni nelle scuole calcistiche, look soccer girls di tendenza ma i tabù resistono

OLTRE SEI MILIONI PER LE AZZURRE DEL CALCIO SU RAIUNO © EPA
  • di Agnese Ferrara
  • 26 giugno 2019
  • 18:18

Gli scarpini da calcio sono unisex? Il look ‘soccer girls’ diventa cool e sale la febbre per l’amore del calcio al femminile. Già indossati da influencer, cantanti e modelle del calibro di Rihanna, Lana Del Rey e Bella Hadid, i calzoncini da calciatrice (elasticone in vita e gamba ampia) sono fra i nuovi pezzi irrinunciabili per i look dell’estate alle porte per ragazze e ragazzine. Seguono i capelli con acconciature casuali o code di cavallo sciolte o, ancora, treccioni ‘fai da te’ e fasce anti-sudore avvolte in capo. Immancabili i calzettoni bianchi da vera soccer girl (come realizzare questo look è perfino stato inserito recentemente nella pagina web di WikiHow). L’alta moda ancora si deve accorgere di quanto siano cool le calciatrici (i marchi del lusso ancora corteggiano solo i campioni uomini) ma le cose stanno cambiando repentinamente.
Ci siamo infatti appena accorti anche di quanto le donne siano brave a giocare a calcio durante i Mondiali (7 milioni e 300 mila gli italiani incollati allo schermo della tv per seguire una delle partite exploit) dove competenti squadre al femminile hanno sbriciolato in soli 90 minuti tabù, false credenze e convinzioni che escludevano le donne dai campi di pallone. Hanno parlato molto di più giocando, ma le cose stanno oggettivamente così?

Il fenomeno del calcio al femminile è esploso già da qualche anno e le scuole fanno il pieno di iscritte ma la differenza di genere esiste eccome e, a fronte di oltre 700.000 calciatori dai 5 ai 16 anni tesserati alla Figc (il 20% della popolazione per fascia d'età), ci sono 11.891 calciatrici della stessa fascia di età (0,4% della popolazione), attestano le statistiche Figc del 2017. Le tesserate Dilettanti (dai 14 anni in poi) sono invece 8.109, le tesserate 'calcio a 5' sono 2.693 e le Giovanili (primi calci, piccoli amici, pulcini, esordienti, giovanissime e allieve dai 5 ai 14 anni) sono 66.193 secondo i dati di LND. A questi livelli le bambine spesso giocano ancora insieme ai maschi fino ad arrivare alla categoria Allievi. E' a questo punto che si pone il problema: troveranno un club tutto al femminile o smetterano di giocare perché non trovano una collocazione?
Ci si aspetta un miglioramento della situazione a breve anche sotto la spinta di una sorta di ‘quote rosa’ che la Figc ha imposto a società e club calcistici a partire dal 2015 (tutti devono avere anche la squadra femminile ma la situazione è ancora in divenire).

Intanto per abbattere le differenze di genere che interessano tutto il mondo calcistico (alla Coppa del Mondo di calcio femminile ci sono in palio 30.000 euro, per i mondiali maschili invece 150.000 euro) si mobilitano anche i social: il movimento #TheSameCup, ha appena lanciato una petizione su Change.org indirizzata alla FIFA affinché la Coppa del Mondo abbia identico valore per donne e uomini e dal tutto il mondo si stanno formando gruppi nazionali di raccolta firme. Dal canto suo il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha annunciato i primi di giugno da Parigi di avere destinato 500 milioni di dollari al calcio femminile per i prossimi quattro anni. Un budget che andrà a finanziare i programmi di sviluppo, la Coppa del Mondo e le gare Giovanili.
Intanto crescono le piccole calciatrici ultra motivate e le scuole calcio dei quartieri delle principali città italiana registrano il pieno di iscrizioni.

La rinomata ‘Roma Calcio femminile’ diretta dal secondo portiere della AS Roma Valentina Casaroli, nel 2013 aveva 5 iscritte. Sugli stessi campi adesso si allenano in 130, bambine dai 7 ai 12 anni. “Tutte motivatissime e molto più ricettive dei maschietti perché le donne per conquistare il campo da calcio hanno dovuto prima vincere la loro partita a casa. I genitori delle calciatrici infatti, al contrario di quanto non accada per quelli dei maschi, sono dubbiosi e le accompagnano spesso sperando che si tratti di un capriccio da assolvere in un paio di allenamenti. Le ragazze però difficilmente appendono gli scarpini al chiodo” precisano entusiasti gli allenatori.

Sulla parità di genere c'è tanto da fare ancora. "Adesso mi sto battendo per un provvedimento che riconosca alle donne lo status di professioniste nelle sport perchè molti non sanno che le atlete donne, a tutti i livelli, per il Coni sono ancora dilettanti. E vale anche per la nazionale di calcio femminile che in questi giorni ci sta facendo sognare. La questione del professionismo non riguarda solo gli stipendi, ma anche i contributi e le tutele sanitarie. E' uno step culturale importante che richiede tempo, ma io sono fiduciosa", ha detto recentemente Giusy Versace a Women in Finance, trasmessa da Le Fonti TV.

 

  • di Agnese Ferrara
  • 26 giugno 2019
  • 18:18

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