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Società & Diritti

I Millennials all'Europa, salario minimo e lotta al gender gap

Sondaggio FEPS e ThinkYoung a sei mesi da elezioni, più welfare sociale

Un gruppo di giovani europei al lavoro foto iStock. © Ansa
  • Redazione ANSA
  • 30 novembre 2018
  • 14:36

I Millennials si aspettano molto di più dall’Unione Europea in tema di promozione di politiche di welfare sociale come il salario minimo. A sei mesi dalle Elezioni del Parlamento Europeo del 2019, il sondaggio Millennial Dialogue - su un campione di oltre 10 mila individui intervistati tra il 27 Agosto e il 3 Settembre 2018 - rileva come i giovani ritengano di primaria importanza l’esistenza di una solida rete sociale di sicurezza, in particolare in questi tempi incerti. Secondo il sondaggio, il 52% dei Millennial è convinto che la lotta alla povertà e la riduzione delle disuguaglianze socioeconomiche debbano essere tra le priorità della UE. Una schiacciante maggioranza di questa fascia della popolazione, l’83%, sostiene che la UE debba assicurare un salario minimo per tutti i lavoratori; l’81% vorrebbe più sostegno finanziario per le nascite ed il 47% è convinto che ridurre le differenze salariali e pensionistiche tra donna e uomo sia il modo migliore per affrontare il problema delle disuguaglianze di genere.

Queste priorità dimostrano come i Millennial siano determinati ad impegnarsi nel dibattito politico. Più della metà, il 53,5%, ritengono che la UE abbia intrapreso la strada sbagliata e ben il 58% è convinto che altre nazioni seguiranno l’esempio di Brexit e lasceranno l’Unione .Un dato allarmante per tutta la classe politica.

Affrontando il tema dell’Unione Europea in quanto tale, il sondaggio ha evidenziato come i Millennial nutrano un entusiasmo più marcato rispetto a quanto faccia il grande pubblico: il 79,8% afferma di credere fermamente nei valori della UE, contrariamente a quanto ci si possa aspettare.
A dimostrazione di ciò, il 54,7% degli intervistati ha dichiarato di essere a favore della creazione di un esercito europeo unico, argomento spesso ritenuto tabù dalla politica.

Il The Millennial è uno dei più grandi sondaggi mai svolti in Europa: ha raggiunto 10,000 persone in 10 diversi paesi che da soli valgono il 78% della popolazione europea: Francia, Germania, Polonia, Grecia, Spagna, Italia, Ungheria, Svezia, Belgio e Portogallo. Lo studio è stato commissionato da FEPS in collaborazione con ThinkYoung ed è stato supportato da tre business partner, Coca-Cola, BCW (Burson Cohn & Wolfe) e Microsoft. 

Tra gli spunti più rilevanti emersi dal sondaggio:

Il dato sul sostegno all’UE: il 79,8% dei Millennial interpellati crede nel progetto europeo contro un dato generale inferiore al 60%.
• L’entusiasmo è smorzato solamente dall’incertezza sulla direzione presa dalla UE: il 53,5% dei Millennial teme che la strada sia quella sbagliata. Ad ogni modo, questo dato è in miglioramento rispetto alla precedente rilevazione del Millennial Dialogue del 2015 , quando il 73% era scettico sulla direzione dell’Unione.
• Il coinvolgimento è una grande preoccupazione: l’89,5% dei Millennial vorrebbe che i politici comunicassero meglio le attività portate avanti dalla UE in modo da valorizzarne l’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini europei. Solo uno su dieci è convinto che l’Unione stia comunicando in maniera efficace e chiara.
• Solo il 27% dei giovani compresi tra i 18 ed i 24 anni ha votato alle elezioni del 2014 a fronte di una affluenza totale del 42,5%. L’esito del sondaggio suggerisce quindi che i Millennial abbiano rinunciato al proprio diritto di voto per una mancanza di rappresentanza generazionale da parte della classe politica. L’85% vorrebbe che i giovani venissero coinvolti maggiormente nel decision-making della UE.
• Il 54,7% di intervistati a favore di un esercito unico europeo contrasta con la cautela che generalmente si riscontra attorno a questo argomento. Un dato che rivela un riconoscimento del ruolo della UE nel garantire pace e stabilità da parte di una generazione senza obbligo di servizio militare.
• Il grande sostegno dei Millennial per l’Unione giunge in un momento decisivo, non solo per l’approssimarsi delle Elezioni Europee, ma anche per l’imminente abbandono degli UK. A tal proposito, il 58% dei Millennial ritiene che altri stati abbandoneranno l’Unione in futuro.
• Il sondaggio mostra come i Millennial non condividano le stesse priorità dei governi nazionali o delle istituzioni europee. Quando è stato chiesto loro quali fossero i problemi più impellenti per la UE, le risposte sono state: povertà e disuguaglianza per il 52%, il cambiamento climatico per il 40%, la crisi migratoria per il 33% e la corruzione per il 32%. Per quanto riguarda politiche specifiche, l’83% si è detto a favore dell’introduzione di un salario minimo.

 

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