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Società & Diritti

1938, tra la generazione che visse le leggi razziali

Cinque film per non dimenticare quei testimoni ormai quasi scomparsi

1938 di Pietro Suber © ANSA
  • di Alessandra Magliaro
  • ROMA
  • 10 ottobre 2018
  • 09:46

(di Alessandra Magliaro)  Si parla molto in questi giorni dell'indifferenza della massa che 80 anni fa non colse la tragedia che stava accadendo, fu in qualche modo complice con quell'accettare passivamente, in molti casi persino connivente (il fenomeno della delazione) mentre tanti furono i casi privati di protezione e riparo segreto. La generazione dei testimoni, delle persone che hanno avuto inciso nel profondo cosa ha significato essere cittadini italiani nati dalla parte sbagliata ossia ebraica nel 1938 con le sciagurate Leggi antisemite per la difesa della razza, è ormai in estinzione , sono ormai intorno ai 90 anni, e l'anniversario che ricorre in questo periodo tra il Manifesto della razza di luglio e il 17 novembre con il Regio decreto, assume un significato per questo molto particolare.

Il ricordo passa anche attraverso il cinema: sono almeno cinque i film che raccontano questa fase storica (quattro in anteprima alla Festa del cinema di Roma 18-28 ottobre, sezione Per non dimenticare, uno presentato alla Mostra del cinema di Venezia) e si vedranno tra sala e tv. Una memoria visiva che come sottolinea all'ANSA la senatrice a vita Liliana Segre è destinata ai giovani "pubblico straordinario, attentissimo, sono loro la nostra vera eredità di testimonianza". Se poi il ricordare servirà anche a rigenerare anticorpi per il razzismo che incombe in tutta Europa si scoprirà: la Segre, che ha vissuto quei giorno (è una degli appena 25 bambini italiani sopravvissuti ad Auschwitz) avverte: "il razzismo è tornato fuori così come l'indifferenza generale, uguale oggi come allora quando i senza nome eravamo noi ebrei.    Oggi percepisco la stessa indifferenza per quelle centinaia di migranti che muoiono nel Mediterraneo, anche loro senza nome, e ne sento tutto il pericolo". Questi i titoli:

- "1938 - Quando scoprimmo di non essere più italiani" di Pietro Suber, preapertura alla Festa di Roma il 15 ottobre, poi in selezionate sale e a metà novembre su Rai1 si concentra su cinque storie: dalla famiglia degli ebrei fascisti Ovazza a Torino al mitico Moretto, ebreo del Ghetto di Roma che riuscì a salvarsi flirtando con la nipote di un collaborazionista fascista, da Franco Schonheit e i suoi genitori, unico nucleo familiare italiano sopravvissuto ai campi di sterminio, a Lea Polger una ebrea di Fiume che si salvò nascondendosi presso la casa di un incisore del Vaticano, Aurelio Mistruzzi, riconosciuto nel Giardino dei Giusti ; e infine la storia di una famiglia di presunti delatori fascisti accusati di aver denunciato i vicini ebrei ai tedeschi. Il film (che Suber ha scritto con lo storico Amedeo Osti Guerrazzi) finisce con un breve viaggio tra Casapound e i movimenti di estrema destra e la vicenda delle strade ancora intestate, a 80 anni di distanza, ai firmatari del Manifesto della Razza.

- "1938 - Diversi" di Giorgio Treves, con testimonianze uniche, racconta proprio lo stupore per le famiglie ebree di scoprirsi diverse improvvisamente e l'indifferenza con cui furono accolte dagli 'altri' italiani. Dopo Venezia, esce in sala l'11 ottobre con Mariposa e il 23 ottobre in tv su Sky Arte che ha collaborato alla produzione della Tangram di Roberto Levi.

    - "La Razzia, 16 ottobre 1943" di Ruggero Gabbai (scritto da Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto e prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah - Onlus) si vedrà proprio il giorno del 75/mo anniversario di una delle tragiche pagine di storia italiana alla Casa del cinema a Villa Borghese nell'ambito della Festa di Roma: alle 5 del mattino al Portico d'Ottavia (ma anche nel resto della città) furono arrestati 1022 ebrei, condotti il 18 ottobre alla stazione Tiburtina, ammassati in 28 vagoni e deportati ad Auschwitz: solo 16 torneranno. Nessuno dei 200 bambini deportati tornerà. Con la scomparsa di Leone Sabatello è morto anche l'ultimo dei sopravvissuti. Per approfondire il sito http://www.16ottobre1943.it/
    - Who will write our history di Roberta Grossman, prodotto da Nancy Spielberg (evento speciale alla Festa di Roma) racconta il ghetto di Varsavia dove nel novembre 1940 i nazisti rinchiusero 450 mila ebrei e soprattutto la storia di una compagnia segreta, Oyneg Shabes, di giornalisti e capi di comunità che provò a combattere menzogne e propaganda nazista con carta e penna.
    - Sobibor (14 octobre 1943, 16 heures), un film del 2001 sull'unica rivolta ebraica di successo avvenuta in un lager omaggio al recentemente scomparso Claude Lanzmann, il partigiano e cineasta che al genocidio dedicò il monumentale Shoah.
   

  • di Alessandra Magliaro
  • ROMA
  • 10 ottobre 2018
  • 09:46

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