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Black Power, i neri si celebrano e Spike Lee è il nuovo profeta

Black Power, i neri si celebrano e Spike Lee è il nuovo profeta

Regista di BlacKkKlansman alla Fondazione Prada, successo non avviene per caso

25 settembre 2018, 20:23

Redazione ANSA

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'The Black Image Corporation ' in corso fino al 14 gennaio alla Fondazione Prada a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA

'The Black Image Corporation ' in corso fino al 14 gennaio alla Fondazione Prada a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA
'The Black Image Corporation ' in corso fino al 14 gennaio alla Fondazione Prada a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA

“Anche se gli amici mi chiamano il grande profeta, dico ai tanti giovani qui presenti che non si può essere colpiti dalla fortuna se non ci si è fatti un culo così. Ragazzi, dovete lavorare sodo. Uno degli insegnamenti peggiori che vengono trasmessi oggi ai giovani è che le cose possono succedere per caso. Il successo non avviene mai per caso. Dovete capire chi siete e lavorare sodo. Dovete drizzare le antenne e non aspettare che il successo vi cada dal cielo", parola di Spike Lee, il regista americano faro culturale della comunità afroamericana sin dagli anni '80 da Lola Darling e Fa' la cosa giusta, Oscar alla carriera nel 2015. Così si è rivolto ai 350 giovani che hanno fatto la fila per ascoltarlo nel suo intervento alla Fondazione Prada dove è stato protagonista di un talk assieme alla regista Dee Rees (prima donna afroamericana a essere nominata agli Oscar nella categoria miglior sceneggiatura lo scorso anno con Mudbound), l'artista Theaster Gates, nell'ambto della mostra 'The Black Image Corporation' in corso fino al 14 gennaio .

Il suo ultimo film, BlacKkKlansman, Gran premio della giuria al festival di Cannes, in sala dal 27 settembre 2018, racconta una storia degli anni '70, in piena lotta per i diritti civili e razzismo del Ku Klux Klan, ma parla alla sua comunità di oggi - la stessa dell'ultimo documentario di Roberto Minervini presentato alla Mostra del cinema di Venezia 2018 what you gonna do when the world's on fire -  

Guarda il trailer ufficiale

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 L'artista Theaster Gates ha affermato: “Gli archivi della Johnson Publishing Collection indagano i temi della bellezza e del potere femminile nero: è il momento di svelare un'iconografia che, all'infuori della mia comunità, gode di scarsa visibilità, celebrando le donne di ogni genere, in particolare quelle afroamericane. Attraverso il mio lavoro rifletto su immagini d’archivio, conferendogli potere politico e rivitalizzare il black power”.

Dee Rees, già studente di Spike Lee all’Università di New York, ha continuato “sembra che l'immagine dei neri sia legata agli stereotipi dell'autista dell'autobus o a quelle delle celebrities. Noi cerchiamo di far vedere l'intera stratificazione e tutte le sfumature sociali. Ad esempio penso che si debba ritornare all'immagine al nudo nero dei nostri corpi senza che questo rimandi ad un immaginario esotico

Spike Lee, che a New York è professore di arti cinematografiche all’Università, ha cconcluso: “Gli Stati Uniti sono stati nati sul sangue di genocidi e schiavitù. George Washington aveva degli schiavi e così anche molti presidenti successivi. La comunità nera ha costruito questa nazione, tenetene conto in vista delle le elezioni Midterm".

Oltre 100 fotografie, negativi originali e le storiche riviste statunitensi 'Ebony' e 'Jet', punto di riferimento della comunità afroamericana negli Stati Uniti del dopoguerra. Con 'The black image corporation' dell'artista Theaster Gates, i visitatori sfoglieranno parte dell'archivio della Johnson Publishing Company di Chicago, una collezione di oltre 4 milioni di immagini che ha contribuito a creare i codici estetici e culturali dell'identità afroamericana contemporanea. La mostra nasce proprio dallo studio e dall'analisi dei materiali iconografici della JPC come bozze, negativi, diapositive, photocolor e provini. L'artista si è concentrato in particolare su due fotografi, Moneta Sleet (primo afroamericano a vincere il Pulitzer) e Isaac Sutton, che a partire dagli anni '50 lavorarono come reporter dei magazine, immortalando anche icone della popolazione nera (e non) come Muhammad Alì, Stevie Wonder e diversi leader dei diritti civili tra cui Martin Luther King jr e Malcom X. Gli scatti selezionati ed esposti sono soprattutto ritratti femminili provenienti dal mondo del fashion, dell'intrattenimento ma anche dalla vita quotidiana. Dieci fotografie in grande formato guidano i visitatori negli spazi dell'Osservatorio, mentre negli scaffali espositivi progettati dallo stesso artista, sono ordinate e catalogate le altre immagini, che il pubblico può guardare in autonomia. Una grande ritratto 'corale' e inedito dell'élite sociale afroamericana in versione glamour e patinata attraverso cui conoscere la cultura, i linguaggi, le professioni, i modi di vestire e la quotidianità domestica della comunità afroamericana. "Con questo progetto ho voluto celebrare la dignità delle comunità nera e delle donne, raccontarne l'estetica attraverso la storia della casa editrice JPC - ha detto l'artista - Sono immagini poco conosciute fuori dagli States, che affrontano i temi della bellezza ma anche del potere femminile nero. Credo sia il momento giusto per scavare nel lessico visivo della storia americana e svelare un'iconografia che fuori dalla mia comunità gode di scarsa visibilità", ha concluso Gates. In mostra anche alcuni elementi di arredo originali dell'Ebony-Jet Building, sede degli uffici del colosso editoriale JPC e alcune copie originali delle riviste.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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