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Società & Diritti

Lasciati in pace, gratifica te stesso e rinasci. Ecco il decalogo del Reward and Indulge

Saper staccare fa vivere meglio e ammettere di farlo non è più tabù

Un giovane uomo d'affari sorridente e rilassato foto iStock. © Ansa
  • Redazione ANSA
  • 28 giugno 2018
  • 14:25

Reward and Indulge: nell'epoca iperconnessa e delle performance a tutti i costi, c'è spazio anche per un nuovo stile di vita che fa della gratificazione personale e della concessione di momenti per curare i propri interessi la nuova via per rinascere e essere più soddisfatti.

Il valore della rinascita risale ai tempi antichi ed è collegato al mito della Fenice. Per i Greci questo leggendario animale era una sorta di aquila reale con un piumaggio dai colori splendidi come l’oro, l’azzurro, il rosso e il porpora. Lunghe piume scivolavano dal capo e la coda era formata da tre lunghe piume, una rosa, una rossa e una azzurra. Sulla sua reale esistenza ci sono tanti interrogativi e molti studiosi l’hanno considerata nel tempo soltanto il frutto delle narrazioni leggendarie degli antichi. Ma tutti l’hanno simbolicamente associata al valore della rinascita, dal momento che la leggenda l’ha sempre vista rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte.

Per venire ai giorni nostri, oggi siamo immersi in un flusso indiscriminato di informazioni, messaggi, sollecitazioni e ansie da prestazione 24 ore su 24. Tuttavia sta prendendo sempre più piede la consapevolezza che saper staccare sia non solo un dovere necessario per vivere meglio, ma anche che ammettere di farlo non più un tabù. Andrew Smart, studioso della New York University e autore del libro “In Pausa”, ha affermato che se la nostra psiche è straordinariamente sviluppata per sostenere carichi intensi di lavoro, il cervello per poter funzionare normalmente ha bisogno di momenti d’inattività̀, anche molto frequenti. A breve termine l’iperattività̀ disturba la creatività̀, la consapevolezza di sé e il benessere emotivo.

Per star bene quindi occorre mettere da parte l’iperattività, così come ha avvisato Karl Brunnhölzl, scrittore ed esperto di tecniche di meditazione, che ha ufficialmente accusato tutti i sensi di colpa derivanti dallo stacco e dato dignità all’ozio. Secondo l’esperto, infatti, nella nostra epoca iperattiva non fare niente è un’oscenità̀: sa di stallo, perdita di tempo, pigrizia, infrazione del comandamento di efficienza e dell’imperativo categorico di ricavare sempre il meglio da sé e dal proprio tempo. Fabrice Midal, filosofo e fondatore dell’“École occidentale de meditation” ha in questo senso affermato: «Smettete di torturarvi, la vita non è una equazione matematica. La soluzione è una: lasciatevi in pace

Questa tendenza è stata abbracciata anche da importanti personaggi dello star-system come ad esempio Richard Branson, fondatore di Virgin Group che, nel corso di un’intervista al broadcast americano CNBC ha affermato che staccare dalla vita quotidiana e dedicare qualche ora al tennis lo ha aiutato a sviluppare idee più innovative e di successo diventando pertanto un imprenditore migliore. Come Branson anche David Letterman, anchorman ideatore dell’omonimo show che ha ospitato il gotha mondiale dello spettacolo, della musica e della politica, ha dichiarato di essersi ritirato dopo 6.028 puntate del suo show iniziato il 1° febbraio 1982 e di non aver mai più voluto guardare una puntata del suo successore Stephen Colbert. I motivi, come ha spiegato lo stesso Letterman, non sono riconducibili tanto all’avanzare dell’età quanto al bisogno di dedicare più tempo a sé stesso e al jogging.

Infine in Gran Bretagna su questo tema è stata anche sviluppata una serie tv dal titolo eloquente: “Retreat: Meditations from a Monastery”. Il format è stato pensato con l’obiettivo di regalare un gradito rifugio a chi ha voglia di fuggire dalla frenesia quotidiana scoprendo le lezioni di vita che regalano i monaci di tre abbazie nel Regno Unito.

IL DECALOGO DEL REWARD AND INDULGE

• Rendi equo ogni aspetto della tua vita: dalla vita privata al lavoro ogni momento che vivi ha pari dignità
• Dai più valore al tuo tempo: è la risorsa principale che scandisce la tua vita e come tale va gestita in maniera preziosa
• Ascolta le tue emozioni e le tue necessità: non occorre solo agire in base alle sollecitazioni e agli stimoli che vengono dall’esterno
• Non trasformare la quotidianità in routine: in ogni cosa che fai impara a non cadere schiavo dell’abitudine
• Evita di pensare in modo ossessivo: l’ossessione di dover fare tutto è la prima chiave dell’infelicità e dell’insoddisfazione
• Scegli di poter decidere anziché subire: sii padrone della tua vita e non farti travolgere dagli eventi
• Concediti una pausa: regalarsi del tempo per sé stessi (leggendo un libro, sorseggiando una birra, guardando un film, …) può aiutarti a vivere momenti gustosi e rilassanti
• Dà concretezza a ciò che ti rende felice: la felicità va messa in pratica e non solo desiderata
• Impara a dire di no: la vita è fatta di compromessi ma anche di rinunce
• Se devi staccare, fallo del tutto: evita di rimuginare o di pensare a quello che lasci o che ti aspetta

E gli italiani? Il 43% ritiene che dedicare un momento per sé sia fondamentale per sentirsi più felici ma il 52% non riesce a trovarlo per via degli impegni quotidiani e degli imprevisti.

 È quanto emerge da uno studio dell’Osservatorio Grimbergen, una delle più antiche Birre d’Abbazia belghe, condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio su circa 1.500 italiani – uomini e donne tra i 20 e i 55 anni. Il 28% lo ritiene molto importante perché a volte diventa anche una necessità fisiologica. L’11% lo tiene abbastanza in considerazione perché serve a ricaricare le pile mentre appena il 16% non presta molta attenzione a questi aspetti perché reputa di saper già dare un equilibrio a vita pubblica e privata.

Nonostante questa grande consapevolezza, oltre un italiano su 2 (52%) non è in grado di ricavare un momento per sé durante la giornata, un po’ perché «gli impegni non lo permettono» (29%) e un po’ perché «capita sempre un imprevisto per cui devo rimandare le cose più leggere» (23%). Appena il 15% ammette di trovarlo perché «me lo sono imposto per vivere meglio», mentre il 20% sa trovarlo anche se non riesce a staccare del tutto.

Tra le categorie che più sentono questo bisogno al primo posto troviamo manager e imprenditori , principalmente perché lo ritengono utile per alleggerire il carico di responsabilità che devono sostenere ogni giorno. Poi troviamo i liberi professionisti , i soggetti che più di ogni altri sono chiamati a gestire il loro tempo anche sotto le pressioni degli stimoli che vengono dall’esterno. Appena dopo troviamo le casalinghe, coloro che per definizione si trovano a badare a 360 gradi alla casa e alla famiglia, mentre più staccati gli studenti , che malgrado l’ansia dei libri scolastici o universitari affrontano la vita in maniera più serena e tranquilla.

 

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