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Società & Diritti

A Cannes la marcia delle donne, il #MeToo sul red carpet

Foto storica, da incorniciare. C'erano anche Jasmine Trinca e Claudia Cardinale

La marcia delle donne sul red carpet a Cannes © ANSA
  • dell'inviata Alessandra Magliaro
  • CANNES
  • 13 maggio 2018
  • 18:42

dell'inviata Alessandra Magliaro 

Un colpo d'occhio eccezionale il 12 maggio sul red carpet del festival di Cannes, decine e decine di donne a sottolineare il momento storico, la voglia di non mollare nelle richieste di parità in tutti i campi a cominciare da quello economico. Un battaglione, è il caso di dire - l'occasione era la prima del film Les filles du soleil di Eva Husson, una delle tre donne in competizione per la Palma d'oro, con un film sulle soldatesse curde - allegro, fiero, colorato, diverso. Era guidato dalla regista icona francese, 89 anni Agnes Varda e da Cate Blanchett, presidente della giuria del primo festival del dopo scandalo Weinstein e l'onda delle denunce di molestie e violenze sessuali nel mondo dello spettacolo da cui è scaturito da ottobre l'eccezionale movimento #metoo.

E' la foto del giorno a Cannes: c'erano tra le altre in prima fila una fiera Jasmine Trinca (tra le attiviste italiane di Dissenso Comune) e Claudia Cardinale. Al Grand Theatre Lumiere un'ovazione enorme ed emozionante, lunghissima, le donne che applaudivano le donne, una sorellanza storica. Lunedì 14 maggio nello spazio Cnc alla Plage del Gray d'Albion c'è attesa per la round table che per la prima volta in assoluto unirà per un confronto il collettivo francese 50/50 per il 2020 in parità uomini e donne, il Time's Up americano e quello inglese, l'italiano Dissenso comune, il greco Greek women's wave e lo spagnolo CIMA, alla presenza del ministro francese della cultura Francoise Nyssen e del direttore generale del festival Thierry Fremaux. Questi ultimi due hanno accolto in cima alla Montee des Marches una ad una le donne che arrivano, abbracciando per ultime la Husson e le due protagoniste, Emmanelle Bercot e Golshifteh Farahani, del film dichiaratamente femminista. 

Si è detto che la 71/a edizione del festival di Cannes è di svolta, anche perché è la prima dopo lo scandalo che ha travolto Harvey Weinstein e che come un'onda ha fatto emergere le prassi di abuso di potere, con ricatti sessuali, quando non vere e proprie violenze, nell'industria del cinema notoriamente nelle mani di uomini. E dunque cosa accade? Arriverà una Palma d'oro femminile? Fin troppo prevedibile, per quanto Cate Blanchett presidentessa della giuria del concorso ha sottolineato come una sola Palma sia stata assegnata ad una regista ed era Jane Campion per Lezioni di piano e in 70 ormai più anni di storia. E nel caso sono in tre a giocarsela (la nostra Alice Rohrwacher, Nadine Labaki e appunto Eva Husson). Ma il punto è un altro. Cosa di concreto sta cambiando nel mondo dello spettacolo (e a dirla tutta meglio non limitarsi ad un settore)? Il circo di Cannes, inteso come film, Montee des Marches, Marché e vita notturna ha un contraccolpo evidente per quanto non certificabile con i numeri.

Tutto ha più un'aria di sessualmente corretto, almeno all'apparenza, incluso un deciso calo della prostituzione d'alto bordo tradizionalmente protagonista sulla Croisette, ai party e nelle hall dei grandi alberghi. L'attenzione è alta sul tema delle donne, farebbe sorridere altrimenti un'iniziativa come quella di quest'anno presa dallo stesso festival 'Appelez le 04 92998009' per denunciare intimidazioni sessuali o violenze sessiste con tanto di hashtag #nerienlaisserpasser. E prima dove erano? Il punto però davvero è un altro e riguarda la gender equality, l'uguaglianza economica e sociale, l'abolizione della discriminazione nella paga (Cruz e Bardem hanno vantato di avere ricevuto lo stesso stipendio per il film che ha aperto il festival, Todos lo saben di Farhadi), lo stesso accesso ai progetti in termini di finanziamento, regia, scrittura, produzione senza che essere uomo o donna faccia la differenza.

La parità e i diritti insomma. Lunedì 14 maggio nello spazio Cnc, alla Plage del Gray d'Albion, tutto il movimento che dal #metoo è diventato altro, dando origine, la famosa onda buona del caso Weinstein, a tanti movimenti nel mondo, per la prima volta in assoluto sarà unito per un confronto non più solo attraverso le piattaforme online che hanno messo in contatto tutte queste persone, ma dal vivo.

Intorno ad un tavolo ci sarà il collettivo francese 50/50 per il 2020 in parità uomini e donne, il Time's Up americano e quello inglese, l'italiano Dissenso comune, il greco Greek women's wave e lo spagnolo CIMA, alla presenza del ministro francese della cultura Francoise Nyssen, del direttore generale del festival Thierry Fremaux e con la conduzione di Céline Sciamma e Rebecca Zlotowski. 
   

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