L'intelligenza artificiale non potrà
mai eguagliare le facoltà umane, capaci di proiettarti con un
lampo di genio, "dal centro della terra fin sopra una stella".
Arriva da Giancarlo Giannini l'ultimo warning sull'uso dell'IA
nel cinema. L'attore siede nel cda del Centro Sperimentale di
Cinematografia che ha deciso di misurarsi a breve con le
possibilità offerte dalla nuova frontiera tecnologica con un
master dedicato.
"Proprio nell'ultimo consiglio abbiamo affrontato questo tema
dell'intelligenza artificiale e io ho detto che, essendo anche
un tecnico di queste cose, sono un elettronico, dovremmo fare
molta attenzione" dice in un colloquio con l'ANSA. "Dobbiamo
stare attenti agli insegnanti che approcceranno gli studenti per
parlare di questo: è facile chiamare qualcuno per fargli dire
che basta un telefonino per fare una storia, che basta dargli
due o tre input e lui ti fa la sceneggiatura. Ma non sarebbe
questo l'insegnante giusto per una scuola di cinema:
l'intelligenza artificiale, soprattutto nei confronti dei
ragazzi, deve essere una domanda. Bisogna cominciare a
ragionare, i ragazzi ci devono pensare e confrontarsi tra loro".
Perché, continua, "bisogna stare molto attenti con queste
tecnologie e rendersi conto che il nostro cervello è molto più
importante e veloce di un computer. Io posso pensare in un
secondo di essere al centro della terra e su una stella: il
computer invece ci mette un po' di tempo" a percorrere lo stesso
tragitto mentale. "Certo, può fare delle operazioni che a noi
comporterebbero addirittura qualche anno… ma questa è una cosa
che a me interessa molto di meno".
Il nuovo presidente del Centro Sperimentale, Sergio
Castellitto, ha invece annunciato l'intenzione di ospitare a
giugno un gruppo di artisti provenienti da paesi in guerra. Sarà
l'occasione per mettere insieme - l'interrogativo - artisti
israeliani e palestinesi, russi e ucraini? "Io non faccio la
guerra, né faccio politica. Se sei bravo puoi appartenere a
qualunque ideologia politica, non mi interessa. Quel che dico,
invece, è che parliamo solo di guerre che interessano 'questi o
quelli', ma in Africa si uccidono bambini senza che nessuno ne
parli. Certo, saranno guerre più piccole - replica - ma sempre
guerre sono".
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