Quasi quattro anni dopo la
clamorosa condanna per stupro, Harvey Weinstein fa ricorso in
tribunale per chiedere di revocare il verdetto che lo ha mandato
per due decenni in prigione. L'ex produttore sostiene davanti
alla corte di appello statale di Albany che nel 2020 il giudice
calpestò i suoi diritti a un processo equo, "soccombendo alle
pressioni" del movimento #meToo, scaturito peraltro dalle
denunce di decine di donne nei suoi confronti di averle
sottoposte a molestie sessuali.
Nel corso del processo, che si è concluso il 24 febbraio 2020
a Manhattan, il giudice aveva ammesso la deposizione di tre
donne che non erano direttamente parte in causa nell'azione
legale, sostenendo anche che la procura avrebbe avuto il potere
di interrogare Weinstein su altre presunte malefatte se l'ex
boss di Miramax avesse accettato di testimoniare, cosa che poi
lui non fece.
Weinstein, che ora chiede la revisione del processo, era
stato condannato a 23 anni di prigione e sta scontando la pena
in un carcere statale a 160 chilometri a nord di Albany, la
capitale dello stato di New York. L'anno scorso era seguita una
condanna a Los Angeles ad altri 16 anni di carcere sulla scorta
delle accuse dell'attrice e modella russa Evgeniya Chernyshova.
La seconda condanna significa che l'ex produttore, che ha 71
anni, invecchierà in carcere anche la corte di New York dovesse
dargli ragione.
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