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Michela Murgia e la moda come strumento di liberazione della donna

Michela Murgia e la moda come strumento di liberazione della donna

Omaggio a Più Libri Più Liberi, Chiara Valerio "Tanto dolore lascio che altri parlino di lei"

ROMA, 11 dicembre 2023, 00:38

di Mauretta Capuano

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La scrittrice Michela Murgia - RIPRODUZIONE RISERVATA

La scrittrice Michela Murgia - RIPRODUZIONE RISERVATA
La scrittrice Michela Murgia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Michela Murgia e la lettura, la moda, la politica, il femminismo, la morte. Si è chiusa con un omaggio alla scrittrice morta a 51 anni l'11 agosto 2023 la prima edizione curata da Chiara Valerio di Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria alla Nuvola dell'Eur a Roma.
    "Ognuno ha un argomento che è un modo di raccontare la complessità, la ricchezza e gli infiniti talenti e qualità di Michela Murgia che ha saputo godere della vita in tutte le sue forme" dice all'ANSA la critica di moda e curatrice Maria Luisa Frisa che ha parlato della Murgia e la moda nell'incontro aperto dai saluti di Miguel Gotor, assessore alla Cultura del Comune di Roma.
    "La cosa che mi ha colpito quando ho conosciuto Michela è come lei fosse consapevole dell'importanza della moda come strumento di liberazione di sé e delle donne. Mentre io che sono più vecchia di lei avevo nella testa tutto quello che era stato detto di male sulla moda da certe fasce del femminismo, a cominciare da Alice Cerasa che affermava che la moda femminile è disegnata dagli uomini e quindi le donne indossano quello che è deciso dagli uomini. Michela contraddiceva tutto questo: diceva bisogna fare quello che ci fa stare bene, 'vestiamoci come ci pare'" racconta Frisa che molte cose le ha realizzate a posteriori. "Michela si rendeva conto di essere un personaggio pubblico molto seguito che poteva essere ispirazionale per molte donne e quindi che i suoi messaggi non possono passare solo dall'impegno politico e femminista, ma dal rapporto che la donna ha con il suo corpo e dunque gli abiti. È un passaggio cruciale".
    Da subito, dice Frisa, "con me ha parlato di come la moda fosse una cosa seria e facesse parte integrante della nostra vita. Come può trasmettere dei contenuti liberatori e di innovazione rispetto alla nostra visione del mondo, in un registro comprensibile a tutti perché ha un linguaggio universale, non ha il problema della lingua" sottolinea.
    "Il lascito di Michela è 'impara ad usare la moda per essere quello che vuoi essere, per sentirti libera'" sottolinea Frisa.
    "Ciascuno di noi ricorda una parte. Usare voci diverse è una ottima idea, è un modo molto bello di far capire la complessità della Murgia. Però lei era bravissima perché era consapevole della complessità e la restituiva in maniera molto chiara, sapeva usare toni diversi e questo ci manca tanto" racconta Frisa.
    Nell'Auditorium della Nuvola pieno, attento, generoso di applausi, Chiara Valerio seduta in prima fila ha spiegato di voler lasciare la parola agli altri perché per lei ora è troppo difficile parlare di Michela e sarà così per i prossimi tre anni. Negli interventi che si sono alternati, Simona Bitasi si è soffermata sul tema della lettura, ricordando che Michela diceva "leggere non è una attività solitaria ma politica". Diarah Kan sulla politica ha detto: "Aveva una voce fastidiosa e ha fatto rumore nel dire le cose" e Lorenzo Gasparrini ha parlato della morte morte. In chiusura la lettura di in testo inedito di Murgia sulla maternità fatta da Valentina Melis. Tra scrosci di applausi e grida di approvazione, a un certo punto si sono alzati in platea cartelli viola con scritto: 'Noi siamo tempesta' , 'Rompete la regola' e 'Morgana sono io'.
   
   

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