"Dall'Olocausto fino al 7 ottobre non
c'è mai stato un massacro con un numero così alto di vittime
civili. Non è un attacco contro lo Stato di Israele ma contro
tutti gli ebrei". Il pianista Igor Levit, pluripremiato e
acclamato nelle sale da concerto di tutto il mondo ma conosciuto
anche per l'impegno politico ambientalista contro il razzismo e
l'antisemitismo, non si sottrae alle domande sullo scenario
aperto dalla strage compiuta da Hamas. "Da quel giorno - dice
all'ANSA il giovane musicista, a Roma per tre concerti a Santa
Cecilia con Antonio Pappano - il mio stato d'animo è un mix di
rabbia, paura, confusione, disperazione. Il fatto che nel mondo
ci siano reazioni che in nessun modo mostrano empatia con il
popolo ebraico e riguardano anche filoni dell'area progressista
a cui mi sento di appartenere per me è una forma di
tradimento".
Il musicista non nasconde la sua reazione. "Nulla di ciò che
è accaduto prima mi ha reso ancora più consapevole del mio
essere ebreo e di far parte del mondo ebraico di quanto è
successo nelle ultime tre settimane. Questo è un attacco a una
minoranza e un attacco contro le basi stesse della democrazia in
cui tutti noi crediamo. Quando una minoranza si sente sotto
attacco tutta la democrazia è sotto attacco".
Nelle tre serate romane all'Auditorium Parco della Musica
Ennio Morricone - il 2 novembre alle 19:30, il 3 alle 19:30 e il
4 alle 18 - Levit sarà sul palcoscenico per il concerto per
pianoforte e orchestra n. 3 di Beethoven, diretto da Antonio
Pappano.
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