I capelli legati in una coda disordinata, un maglione largo e liso in cui si nasconde, il volto segnato di chi non ha dormito, gli occhi gonfi che seguono le mosse della figlia adolescente sempre più consumata in un rapporto distruttivo dai social network e distaccata dalla realtà. È una Kate Winslet cruda, reale, che punta dritta al cuore di tante persone, quella del film I'm Ruth, capitolo della serie femminile antologica I Am creata da Dominic Savage, già premiato ai Bafta e tra i finalisti del Prix Italia a Bari nella sezione Tv Drama assieme a Esterno notte di Marco Bellocchio (Rai) e Huset - Prigioniero (DR Danmarks Radio - Danimarca).
Accanto all'attrice premio Oscar nei panni della figlia Freya c'è Mia Threapleton, figlia della Winslet nella realtà e a sua volta giovane e promettente attrice su grande e piccolo schermo (Le regole del caos, Shadows, Firebrand e le serie The Bucaneers e Le relazioni pericolose).
"Il film - dice il regista Dominic Savage a Bari - parla di una madre alle prese con un crollo della salute mentale della figlia che capisce che la situazione sta peggiorando pericolosamente. L'idea del film era mostrare lo stato d'animo e la dura battaglia di questa la madre nell'affrontare qualcosa di completamente sconosciuto". Quando è stato trasmesso sull'emittente britannica Channel 4 nel dicembre dello scorso anno, l'impatto mediatico è stato importante. "Le persone - spiega - si sono immedesimate molto nelle problematiche che emergono e ci hanno espresso gratitudine. Hanno notato empatia nei personaggi: quella potrei essere io, quella potrei essere io con mia figlia. Siamo riusciti a dare loro speranza perché è un tema che riguarda moltissime famiglie. E molti ci hanno scritto dicendo che dopo anni che non parlavano con i genitori hanno fatto ripartire il dialogo spinti da quello che hanno visto sullo schermo".
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