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Oscar 2022, Jessica Chastain favorita, chi sono le altre attrici candidate?

Oscar 2022, Jessica Chastain favorita, chi sono le altre attrici candidate?

Sfida aperta con Olivia Colman, Nicole Kidman, Kristen Stewart e Penelope Cruz

28 marzo 2022, 07:38

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

US actress Jessica Chastain - RIPRODUZIONE RISERVATA

US actress Jessica Chastain - RIPRODUZIONE RISERVATA
US actress Jessica Chastain - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il trucco pesante, i grandi sorrisi, i vestiti sgargianti, e una personalità che univa coraggio, generosità, fragilità ed inquietudine: la prova camaleontica nei panni della telepredicatrice Tammy Faye Bakker, scomparsa nel 2007 per un tumore a 65 anni, travolta dalla fine dell'impero economico/mediatico, costruito insieme al marito Jim Bakker, e annientato da scandali, malversazioni e condanne, è il ruolo  potrebbe portare il suo primo Oscar a Jessica Chastain, favorita della vigilia, per la sua performance in Gli occhi di Tammy Faye di Michael Showalter, nella corsa agli Academy Award come migliore attrice protagonista. L'interprete californiana, già candidata nel 2012 fra le attrici non protagoniste per The Help e nel 2013 fra le protagoniste per Zero Dark Thirty, è diventata la 'frontrunner' dopo le vittorie fra gli altri dello Screen Actors Guild Award e del Critics Choice Award. La corsa tuttavia rimane aperta sia per il poco amore mostrato dall'Academy per il film di Showalter (ha avuto solo un'altra nomination per makeup e acconciatura) sia per le ultime indiscrezioni, secondo le quali starebbero risalendo le quotazioni anche delle altre candidate. Ad esempio per il forte appeal, anche mediatico della prova di Kristen Stewart, qui alla sua prima nomination nei panni di lady Diana in Spencer di Pablo Larrain. Senza dimenticare attrici già vincitrici della statuetta come Olivia Colman (Oscar nel 2019 per la Favorita) con La figlia Oscura, opera prima di Maggie Gyllenhaal, e Nicole Kidman, Oscar nel 2003 per The Hours e qui alla quinta nomination, per il ritratto di Lucille Ball in Being the Ricardos di Aaron Sorkin. O anche Penelope Cruz (Oscar nel 2011 per Vicky Cristina Barcelona), da sempre con molti sostenitori nell'Academy, qui alla quarta nomination con Madres Paralelas di Pedro Almodovar.

Quello di Jessica Chastain è un ritorno con polemica agli Oscar: infatti l'attrice ha annunciato che è pronta a rinunciare al red carpet e ad andare direttamente in sala per sostenere il team di truccatori e acconciatori del film, una delle otto categorie 'tecniche' di candidati che per decisione dell'Academy (preoccupata di accorciare i tempi per far risalire gli ascolti) non verranno premiate nella diretta della cerimonia, ma in differita poco prima per poi apparire in un montaggio. Una presa di posizione che rispecchia sia il carattere di un'attrice che non ha mai avuto paura di schierarsi, sia la sua passione per il progetto di cui è anche coproduttrice, nato dal voler raccontare la vera storia di Tammy Faye. “Trovo che sia stata trattata molto ingiustamente – ha spiegato nelle interviste -. Volevo che una nuova generazione potesse conoscerla per come realmente era".
Baby attrice (ha debuttato a nove anni sul set), diventata a 18 anni un idolo pop globale con la saga di Twilight, capace di crescere costantemente come interprete con autori come Oliver Assayas. Non smette di sorprendere Kristen Stewart, che arriva alla sua prima nomination regalando una prova lontano da ogni stereotipo nel provocatorio ritratto di Lady Diana in Spencer di Pablo Larrain. Un'interpretazione che ha unito, nel plauso, critica e pubblico, che ha fatto dell'attrice l'idolo della rete nella corsa agli Oscar, soprattutto dopo la mancata nomination per Lady Gaga (che sarà comunque alla serata fra i presentatori dei premi). “Diana era così vitale e toccava le persone in un modo così viscerale – ha spiegato l'attrice a Slant Magazine -. Non puoi fare una versione perfetta di questo aspetto. Devi canalizzarlo, metterci il tuo cuore”.

E' una nuova sfida vinta, anche quella che ha riportato Nicole Kidman, arrivata qui alla sua quinta candidatura, in corsa per gli Oscar, a cinque anni dalla nomination per Lion e 19 dalla statuetta vinta nei panni di Virginia Woolf in The Hours. Erano in pochi a credere che sarebbe stata credibile, sia per la scarsa somiglianza, sia per i pochi ruoli da commedia in carriera, nel ruolo di una regina della comicità come Lucille Ball, raccontata in Being the Ricardos da Aaron Sorkin negli anni '50, al picco della popolarità per la sitcom I love Lucy ma anche di una crisi lavorativa e coniugale con il marito e collega Desi Arnaz (Javier Bardem, candidato fra gli attori protagonisti) . Una prova d'attrice che brilla per lo sguardo personale dato dall'attrice a Lucille e a Lucy la parte comica nella sitcom. “Lucy è un personaggio, non è Lucille - ha spiegato a Variety Nicole Kidman che per il ruolo ha già vinto, fra gli altri, il Golden Globe -. Lucille è straordinaria perché è stata tirata giù, si è rialzata ed ha resistito a tutto”.
La madre 'riluttante' Leda, tra rivalsa, rabbia, voglia di fuga, rimorsi e rimpianti. E' il personaggio creato da Elena Ferrante che riporta in gara per la terza volta in quattro anni (dall'Oscar alla prima nomination per La favorita nel 2019, alla candidatura tra le non protagoniste nel 2021 per The Father), una delle più grandi attrici della sua generazione, Olivia Colman, capace di dare corpo, insieme a Jessie Buckley (interprete del ruolo da giovane, candidata tra le non protagoniste) alla complessità richiesta dal ruolo in La figlia oscura, esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal (candidata per la sceneggiatura non originale) che porta sul grande schermo l'omonimo romanzo dell'autrice de L'amica geniale. "Non ricordo di aver visto prima sullo schermo un personaggio come Leda – ha spiegato Olivia Colman.- E' un ritratto incredibilmente onesto di quello che vuol dire non essere necessariamente una grande madre”.
Torna in gara per un ritratto complesso della maternità, anche Penelope Cruz, con Madres paralelas nuovo capitolo del suo sodalizio con Pedro Almodovar. Il personaggio di Janis le era rimasto dentro: "Per me rappresenta - ha spiegato a Vogue - tutte le donne che hanno sperimentato la minaccia di perdere i loro figli o che hanno realmente subito quella perdita".

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