Lo stile della grande couturier Elsa Schiaparelli rivive in passerella a Parigi, attraverso gli occhi della nipote, Marisa Berenson. Nel suo libro di memorie, preso come spunto dal direttore creativo della maison Daniel Roseberry, l'attrice descrive infatti un momento cruciale nella prima parte della carriera di sua nonna. Era il 1927 ed Elsa stava ammirando il maglione di un'amica. Dopo aver scoperto che era stato realizzato da alcune maglieriste armene, Schiaparelli le rintracciò per commissionare un maglione tutto suo che, scrive Berenson, "doveva assomigliare al disegno primitivo di un bambino della preistoria". Quel pezzo, con il fiocco trompe l'oeil volutamente imperfetto e il suo umorismo surrealista e anticonformista, fu una sensazionale intuizione e il primo successo di Elsa. Fu anche l'inizio di quella che sarebbe stata l'etica della maison di Elsa: iniziare con un capo d'abbigliamento quotidiano, in questo caso un maglione di lana, per renderlo sensazionale. Nelle sue mani, quell'oggetto funzionale è diventato qualcosa di cui discutere, un capo da desiderare. Da lì la couturier ha continuato a creare pezzi iconici che hanno segnato un'epoca, con scheletri, aragoste, insetti e animali da circo trasformati in gioielli e dettagli dei suoi capi, tornati ad animare la passerella della collezione pret à porter Primavera/Estate che sfila a Parigi. La sua filosofia non è mai cambiata: prendere qualcosa di familiare e renderlo insolito. Dalla testa ai piedi, lo stile Schiaparelli è un esercizio per rendere il quotidiano vivo e sorprendente. "Ho scoperto che più un capo è familiare, una camicia bianca, un trench fluido, un blazer nero da smoking - spiega Roseberry - più è piacevole riscoprirlo abbinato ai codici della maison, che spesso si rivelano come segreti". Così ogni bottone delle maniche è un bijoux, con l'iconografia della griffe passata e presente: il buco della serratura, un lucchetto, un occhio, un capezzolo, una colomba. Il motivo del nastro da sartoria, che Elsa ha lanciato attorcigliato a una bottiglia di profumo a forma di busto per il suo profumo Shocking, ora rifinisce i bordi sia delle giacche sartoriali ad uso quotidiano che delle bluse straordinarie per grandi uscite. "L'umorismo insito nel dna della maison - continua Roseberry - si esprime soprattutto nelle due borse preferite. La prima è la Face Bag, chiamata Mrs Potatohead di Place Vendôme. Non so dirvi quante storie ho sentito di donne fermate per strada, negli aeroporti o nei ristoranti, da chi voleva saperne di più su questa borsa. La nostra nuova icona, la Schiap bag, e la sua esclusiva tecnica di pelle trapuntata con l'unione di strisce di pelle stampate ed il nostro caratteristico metro a nastro, ritorna questa stagione in una versione giocosa e color block. La sua fibbia ornata dalla caratteristica chiusura a forma di buco della serratura, in ottone dorato martellato, rivela un interno rivestito con la nostra fodera nel colore iconico rosa shocking!". Troviamo umorismo e codici heritage anche sulle calzature. Il buco della serratura adorna la fine del tacco e le punte dorate, è un nuovo classico che completa una scarpa ispirata a una trainer sportiva americana. La collezione ready to wear è incentrata su questa dualità: un pret-à-porter come fusione di entrambi, l'essere americano da parte di Roseberry e il rigore dello chic francese.
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