A cosa ha pensato lo stilista
palermitano Mattia Piazza, che con l'architetto svizzero Steve
Gallay, ha dato vita, nel 2017, alla casa di moda Casa Preti,
nel realizzare la collezione che ha sfilato con Altaroma nel
Guido Reni Distric? Proviamo a farcelo spiegare da lui. "Tutto
nasce da un cambio di paradigma - rivela lo stilista - una
prospettiva in cui la facoltà di agire è data non agli umani, ma
alle 'umane. Un mondo governato da umane, che nel ragionamento
dello stilista, complicato sono tutte le donne e ma anche gli
uomini - fa sapere Mattia Piazza- che credono e che investono
sulla bellezza in senso alto. In questo immaginario non vi è la
visione passiva dell'essere scelti ma la rivendicazione del
potere della scelta come mezzo di autoaffermazione nel mondo.
Non una visione dantesca della Umana, Angelica, ma una donna e
un uomo umana che sa scegliere e che vuole farlo. L'elemento
della scelta è trasfigurato sugli abiti, nei fiori della santa
degli impossibili, Santa Rita, figura centrale nella tradizione
palermitana, di cui la rosa è l'emblema. Questa, posta davanti
alla scelta, sacrifica i suoi stessi figli, pregando affinché
questi morissero, piuttosto che vederli vendicare la morte del
padre e vivere così nel peccato". Tutto questo ragionamento
filosofico si traduce in capi minimali nella loro struttura, con
diverse contaminazioni con il guardaroba maschile. Lo stile
lineare della collezione ammette solo tocchi di decori floreali
a interrompere il rigore nei tagli. In una palette di colori,
dove, il bianco, il nero, il rosa, il giallo, il verde acido e
l'argento, si muovono e dialogano con cotoni e sete, tulle e
tessuti cerati.
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