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Costumi da bagno, trend 2019 interi sgambati anni '90 e bikini double face

Costumi da bagno, trend 2019 interi sgambati anni '90 e bikini double face

E' moda lo swintimates, ibrido tra costume da bagno e corsetteria e il tessuto 3D

10 luglio 2019, 01:40

Redazione ANSA

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Intero sgambato - Watercult - RIPRODUZIONE RISERVATA

Intero sgambato - Watercult - RIPRODUZIONE RISERVATA
Intero sgambato - Watercult - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il costume da bagno, dopo una stagione, segnata in modo trasversale dalla moda sporty, si riappropria della sua femminilità.  Con queste tendenze: “questa estate per non sbagliare bisogna scegliere l’arancio o il verde petrolio – suggerisce Alessandro Legnaioli, direttore della fiera Maredamare in scena alla Fortezza da Basso di Firenze dal 20 al 22 luglio – con il primo colore attenzione perché richiede una base di abbronzatura, il secondo giocatevelo in ogni momento della giornata. Sarete sempre impeccabili. Il tema sportivo ci lascia in eredità solo il top all’americana di derivazione surf, così come le macroscritte e il tribale e il camouflage. Li rivedremo tra qualche anno. Gli interi si sgambano come negli anni Novanta e si scollano mostrando un profondo decollete spesso impreziosito da un decoro o da un accessorio gioiello, i bikini giocano sul double face magari con una stampa da un lato e un unito dall’altra per evitare di tornare a casa a cambiarsi. Sempre più spazio per le coppe differenziate per una vestibilità perfetta e spesso per nascondere qualche piccolo segreto. Il bikini vince sempre sull’intero, anzi non c’è mai stata gara, e l’unito vince sempre sulla stampa. Sì perché le donne spesso non vogliono rischiare e si rifugiano in un colore protetto piuttosto che scegliere una stampa troppo riconoscibile. Per quanto riguarda gli accessori applicati ai costumi come sempre registriamo un acceso minimalismo al nord che si contrappone con le scelte delle consumatrici del centro e sud Italia che preferiscono un costume più raccontato ed esclusivo”.

“Le macrotendenze per questa estate sono sostanzialmente due – svela Umberto Amato, esperto di costumi da bagno – ed entrambe nascono da virtuosismi tecnici tessili. La prima è lo swintimates, un ibrido tra costume da bagno e corsetteria in cui troviamo dettagli ricamati o tagliati al laser che richiamano chiaramente l’underwear più sofisticato. Inserti in tulle, sangallo, pizzo leavers, stringhe, lacci e laccetti, ricami fatti a mano impreziosiscono le basi in microfibra per un look davvero sofisticato. Il marchio franco-australiano Elise Garreau, per esempio, debutta a Parigi con una collezione di swimwear che ha i tagli dell’intimo con interi che sembrano body animati da tagli laser che ne esaltano il decollete. Un costume da bagno audace e sensuale. Il colosso tedesco Maryan Beachwear Group, con la sua linea teen Watercult presenta un costume da bagno che sembra underwear a tutti gli effetti grazie alle lavorazioni inedite e all’utilizzo di materiali ricercati tutti italiani. La Cifra di Verano Brianza, patrimonio tecnologico tutto italiano, realizza con la tecnologia Warp Knit Seamless dei tessuti che richiamano la rete per un effetto unico da abbinare al tessuto di maglieria. O infine la giovane start up italiana Sweet Sour che presenta uno swintimates d’autore grazie all’impiego di filati Sensil di Nilit Fibers. Il secondo tema, fortissimo, è il costume 3D una volta impensabile a causa dei lunghi tempi di asciugatura e della pesantezza del tessuto. Oggi le aziende italiane del settore tessile hanno abbattuto anche questo luogo comune fornendo ai brand tessuti di nuova generazione jacquard, seersucker, crochet, crepe de chine e via via. In questo caso i disegni sono realizzati dal filo e non da una stampa; righe, quadri, micromotivi, assumono una dimensione verticale conferendo dinamismo al costume da bagno. Il marchio italiano Margarita per esempio inserisce sugli interi dei “nervetti” che attraversano la superficie frontale per movimentare il fondo stampato. In questa categoria gioca un ruolo cruciale il plissé, mai in voga come quest’anno, che vede sovrapposizioni e micropieghe sui bra e sugli slip”.

Cosa ci aspetta per la prossima estate? “Sarà una estate energizzante quella del 2020 – spiega David Shah, guru anglo indiano del trend forecasting e consulente di Maredimoda Cannes per cui ha già elaborato le tendenze 2021 che dal suo studio di Amsterdam legge il futuro – che segnerà l’esasperazione del tecnicismo abbinato ai costumi da bagno anche sulla scia delle prossime Olimpiadi di Tokyo per cui aziende italiane tipo la Tessitura Taiana di Olgiate Comasco stanno già realizzando tessuti per il nuoto. Sarà l’anno dei fluo da una parte e della natura urbana dall’altra, dei colori delle città traslati e rielaborati e super eleganti, delle microstampe e di un prepotente ritorno della pop art, tra colori accesi e slogan. Il costume da bagno si potrà indossare anche in città grazie alla leggerezza dei tessuti oppure in qualsiasi momento della giornata abbinato a short o caftani o microabiti. Dimentichiamoci il costume da bagno solo per la spiaggia perché è fuori da lì che si sente a proprio agio”. A Shah non parlate di sostenibilità. “Stiamo assistendo ad una speculazione inaudita sul tema della sostenibilità. Le aziende ci si sciacquano la bocca e spesso è un po’ come il mafioso che va in chiesa alla domenica. E’ un impegno che o si prende sul serio da cima a fondo oppure è solo green washing, una mano di vernice fresca”. Tra le aziende che hanno preso a cuore il tema c’è senza dubbio il Maglificio Ripa di Spino D’Adda, da settant’anni produttore di tessuti per mare e intimo di fascia alta. “Abbiamo fatto quello che sentivamo di fare – sottolinea Luca Bianco, amministratore unico del Maglificio Ripa – e ci siamo inventati una collezione dedicata chiamata Earth che giorno dopo giorno si fa sempre più ampia grazie alle richieste dei nostri clienti. Realizziamo i nostri tessuti con fibre innovative e responsabili. Da quelle sostenibili in un percorso preindustriale o postindustriale, oppure realizzate da moquette, da bottiglie di plastica, da reti o rifiuti plastici ripescati nei fondali, dalla pianta infestante del ricino. Soluzioni avanzate che non solo custodiscono un animo eco-responsabile ma altresì dispongono di performance uniche, impensabili qualche anno fa. Deve essere la normalità a tutti i costi”.

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