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Mondo bonsai, l'arte zen di far crescere alberi in miniatura

Mondo bonsai, l'arte zen di far crescere alberi in miniatura

Il maestro Hiroki Miura in Italia a febbraio per il Bonsai Shohin Festival

11 gennaio 2018, 12:07

Redazione ANSA

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Shohin (foto CRESPI BONSAI) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Shohin (foto CRESPI BONSAI) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Shohin (foto CRESPI BONSAI) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Secondo gli esperti bisogna essere in grado di tenere un albero in una sola mano. Letteralmente in giapponese  Shohin vuol dire 'piccola cosa' e se i Bonsai, sono alberelli in vasi di piccole dimensioni, gli Shohin sono ancora più piccoli, dai 10 ai 25 cm massimo. E poi ci sono i Mame, al massmo 10 cm. Un mondo a parte quello di piante gnomette, cui migliaia di appassionati si dedicano: per annaffiare, concimare, far crescere arbusti lillipuzionani ci vuole grande cura e sensibilità.  Ogni specie ha esigenze specifiche di coltivazione, ci sono da interni e da esterni come ginepro, pino, ginseng, pianta del tè, ligustro, bosso, olivo, serissa per citare le principai. Ma, come sanno i cultori, non si tratta di piante geneticamente nane e quindi tutte le specie d alberi possono essere utilizzate per la coltivazione, che poi è un arte, praticata da più di mille anni, con l'obiettivo finale di creare una rappresentazione miniaturizzata ma realistica della natura nella forma di un albero. Una passione che è molto contigua alla filosofia zen.

Più un Bonsai diventa piccolo (anche fino a pochi centimetri) più diventa difficile, al contrario riprodurre la natura in modo più preciso. Ecco così che tante sono le classificazioni di Bonsai, originariamente basate sul numero di uomini necessari per sollevare la pianta. Nonostante la coltivazione sia un hobby praticato da molte persone di tutto il mondo, le sue origini asiatiche sono ancora evidenti: i Bonsai migliori e più spettacolari appartengano alle collezioni di famosi maestri giapponesi.

Uno di questi maestri, grande esperto di bonsai shohin, Hiroki Miura, arriva in Italia per il “3° Bonsai Shohin Festival” , organizzato da Crespi Bonsai a Parabiago (Milano 24-25 febbraio) . Miura ha ereditato il vivaio Baijuen dal padre, dove coltiva bonsai di piccole dimensioni. In questa famosa nursery, fondata nel 1970, tiene anche corsi di aggiornamento presso la scuola di bonsai da lui diretta sia per neofiti, sia per esperti le cui opere raggiungono livelli da Kokufu-ten, Taikan-ten e Gafu-ten, ossia delle più autorevoli e selettive competizioni giapponesi. Miura, infatti, dopo aver studiato bonsai sotto la guida del maestro Yukio Hirose del giardino Yamato-en, ha deciso di svolgere la propria attività nel campo degli shohin, seguendo le orme del padre e diventando in Giappone uno dei maestri di riferimento, tant’è che è certificato istruttore presso tutte le associazioni shohin bonsai giapponesi e presso il NHK Culture Center.  A lui il compito nel weekend italiano di febbraio di allestire la mostra bonsai in cui si potranno ammirare shohin nella loro magnifica veste invernale, presentati in composizione o anche singolarmente, da collezionisti e appassionati provenienti da tutta Italia e da diversi paesi europei. Durante la manifestazione, previsti anche corsi sulla modellatura e la coltivazione degli shohin a cura del maestro Miura,  la dimostrazione tecnica e l’atteso appuntamento con il Bonsai Shohin Contest di domenica 25 febbraio, dove i partecipanti si sfidano per realizzare la migliore esposizione con bonsai di piccole dimensioni.

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