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Edgar-Jones, Kya ragazza coraggiosa in mondo ostile

Per lei premio a Locarno, protagonista La ragazza della palude

Roma ANSAcom

Una bambina abbandonata in una casa baracca in mezzo alle paludi della Carolina del nord, da una madre che fugge perché non regge più quella vita e un padre rabbioso che pensa principalmente a bere.

E' il mondo nel quale deve imparare a sopravvivere Kya, interpretata da Daisy Edgar-Jones, nel dramma noir La ragazza della palude di Olivia Newman, adattamento del bestseller mondiale di Delia Owens, presentato in Piazza Grande alla 75/a edizione del Locarno Film Festival (l'uscita italiana è fissata il 13 ottobre con Warner Bros), dove la giovane attrice britannica ha ricevuto il Leopard Club Award. “Mi ha commossa la notizia del premio a Locarno, è qualcosa di straordinario per me, perché ero già venuta qui a 19 anni, nel 2018, con il mio primo film, Pondlife di Richard Cameron – spiega all'ANSA -. Vivo tutto questo come un riconoscimento del percorso che sto facendo”.

Londinese, classe 1998, Daisy Edgar-Jones, già fra gli interpreti di serie come La guerra dei mondi e Gentleman Jack, reduce dalla prova a fianco di Andrew Garfield, nella miniserie noir, ambientata in una congregazione religiosa, In nome del cielo (debutterà come Star Original su Disney+ il 31 agosto) ha recepito di La ragazza della palude, coprodotto da Reese Witherspoon, anche la “sfida fisica” che ha rappresentato il ruolo: “C'era molto da correre. E' stato divertente, poi ho fatto un po' di immersione e ho imparato a guidare una barca nella paludi... una cosa che non ti capita spesso. Mi piace uscire dalla mia comfort zone”, spiega sorridendo. Ha sempre amato recitare, "Sin da quando ero piccola - dice- mi ha sempre affascinata la possibilità di diventare qualcun altro attraverso i personaggi, anche perché nella vita sono abbastanza timida e recitando puoi incarnare una versione di te più sicura, che magari non riesci a mostrare nella quotidianità”. E' importante allora "affrontare ruoli sempre nuovi, sempre diversi, cercare di non ripetermi e confrontarmi con lo sguardo dei cineasti nel renderli”. Nel film è Kya, una ragazza cresciuta in solitudine che si ritrova al centro di un'indagine sula morte di uno dei ragazzi che l'avevano fatta uscire in parte dal suo isolamento. Un percorso che porta a svelare una serie di segreti nascosti dalla palude.

“Di Kya ho amato molto la forza e la curiosità, lei vuole conoscere tutto delle terre della palude, che sono la sua casa. Deve capire come crescere ed essere se stessa in un mondo difficile, un aspetto con con cui tutti possiamo relazionarci”. Ci si può relazionare "anche al senso di isolamento che prova. E' qualcosa che credo abbiamo provato tutti durante la pandemia". Il film, che ha incassato finora nel mondo quasi 70 milioni di dollari (a fronte di un budget di poco meno di 25), ha riportato al centro delle polemiche l'autrice settantenne del bestseller uscito nel 2018, Delia Owens, per un episodio avvenuto a metà anni '90. Allora insieme all'ex marito Mark era ranger volontaria in Zambia, e si verificò nell'area che sorvegliavano l'omicidio di un bracconiere. Fatti sui quali è ancora aperta un'inchiesta: le autorità hanno invitato gli Owens a presentarsi per un interrogatorio, richiesta finora respinta da entrambi che da sempre si dichiarano estranei ai fatti.

In collaborazione con:
Locarno Film Festival

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