In Australia la traduzione parte sì
spesso da motori digitali, ma il governo, riconoscendo
nell'umano una risorsa insostituibile, ha previsto la
vidimazione ultima e firmata dello stesso umano, altrimenti la
traduzione non può essere riconosciuta ufficiale. È quanto
emerso all'Unicollege Global Annual Conference organizzata
dall'Unicollege di Torino e dedicata alla transizione digitale
nel mondo della mediazione linguistica (lingue, traduzione e
interpretariato) alla presenza di oltre 20 speaker provenienti
da sette paesi e nove partner accademici del mondo.
All'evento, dal titolo 'Ridefinire il ruolo della traduzione
(umana) nell'era della digitalizzazione', hanno partecipato
oltre 150 esperti dei vari settori interessati. Secondo il
direttore dell'Unicollege, Giosuè Prezioso, organizzatore e
moderatore dell'evento, "durante il convegno, abbiamo anche
appreso che in paesi rappresentati come la Spagna, dove la
cultura delle lingue è motivo di indipendenze regionali,
rivendicazioni post-coloniali e gerarchie idiomatiche
territoriali, lo studio delle lingue è in crescita, così come in
crescita sono i programmi, i curricula e le università che
incrementano il numero di programmi internazionali in cui le
lingue sono alla base".
Nonostante l'immediatezza e i benefici delle risorse digitali
i 20 accademici presenti hanno convenuto sull'unicità e la
celebrazione dell'integrazione e complementarità umana; "seppure
i sistemi di traduzione e interpretariato siano migliorati molto
nel tempo - aggiunge Prezioso - questi mezzi mancano di
comprensione laterale di elementi quali il sarcasmo, l'humor, la
regionalità linguistica e le numerose sfumature che una lingua e
un testo implicitano per natura".
"Non mancano - sottolinea - aspetti relegati alla privacy e
alla sicurezza dei dati: se è vero che gli utenti possono
usufruire di servizi gratuiti e istantanei di traduzione, le
opache politiche di trattamento dei dati usufruiscono di un
beneficio a volte maggiore rispetto a quello dell'utente e della
sommaria traduzione ricevuta. E inoltre, questi sistemi, per lo
più basati su apprendimenti statistici, perpetrano spesso le
discriminazioni che si tengono a mente nella pratica
deontologica umana: la traduzione del termine femminile francese
'la Présidente' per esempio, viene tradotta come 'il Presidente'
in italiano, così come i pronomi inclusivi utilizzati per
soggetti in transizione o non binari in altre lingue che,
spesso, i sistemi digitali riportano sommariamente in generi non
di riconoscimento per i gli stessi soggetti tradotti."
Il convegno ha rappresentato un momento di incontro fra
esperti e professionisti del settore, resuscitando l'antica
tradizione che ha l'Italia in questa industria: è terza in
Europa per numero di lingue studiate nelle scuole dell'obbligo,
percentuale che arriva al primo posto se si considera solo il
liceo linguistico, realtà unica a livello internazionale.
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