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'Alunno con orecchie asino', la maestra a giudizio a Pavia

Contestato abuso mezzi correzione per vari episodi

di Alessandro Repossi PAVIA

Un paio di orecchie fatte disegnare ad un'alunna e poi messe in testa ad un bambino della stessa classe. Una coroncina di carta, con la scritta "Il re degli asini", posata sul capo di altro allievo. E poi ripetuti casi in cui si sarebbe rivolta ai piccoli studenti, in particolare a quelli stranieri, definendoli "bestiacce", "imbecilli" sino a "sei un puzzone" e anche "dì a tua mamma di metterti vestiti puliti". Episodi che sono costati a un'insegnante di 62 anni della scuola primaria Montebolone, dell'istituto comprensivo Scopoli di Pavia, l'accusa di abuso di mezzi di correzione e il rinvio a giudizio. I fatti risalgono al 2020, l'anno in cui è stata presentata la denuncia, ma la vicenda è venuta alla luce solo con l'avvio del processo davanti alla giudice Daniela Garlaschelli. Un'altra docente aveva riferito di essere entrata un giorno nella classe dell'insegnante rinviata a giudizio, e aver notato un alunno che indossava il paio di orecchie d'asino di carta. Dopo aver assistito alla scena, ed aver raccolto altre informazioni sul comportamento della collega, l'insegnante testimone (che è anche mamma di un allievo) ha chiesto un colloquio alla dirigente scolastica, alla quale ha raccontato tutto presentando poi anche un esposto. Accuse che sarebbero state confermate anche da una collaboratrice scolastica. A quel punto è stata presentata la denuncia, che ha indotto inizialmente la Procura della Repubblica di Pavia ad aprire un fascicolo per maltrattamenti. Questa ipotesi di reato è stata poi accantonata, lasciando spazio a quella di abuso di mezzi di correzione.

L'avvocato Massimo Ceccarelli, difensore dell'insegnante, sostiene che si tratta di "accuse infondate" e che il processo dimostrerà l'innocenza della sua assistita. Nonostante la denuncia all'autorità giudiziaria, non è stato avviato alcun procedimento disciplinare: la maestra ha continuato ad insegnare e presto andrà in pensione. "Se la stessa scuola ha ritenuto di non avviare un procedimento disciplinare nei confronti della mia assistita, significa che esistono forti dubbi sulla fondatezza delle accuse - sottolinea l'avvocato Ceccarelli -. Sono emerse tante contraddizioni da parte di chi ha presentato la denuncia: la mia cliente non c'entra nulla con la storia della coroncina e tutto il resto che le viene contestato. Nessuna famiglia si è costituita parte civile; anzi, molti genitori hanno espresso la loro solidarietà a una maestra che ha lavorato tanti anni nella scuola".
   

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