Approvare subito un piano
straordinario di reclutamento di 20.000 ricercatori,
stabilizzando il precariato storico e valorizzandone l'attività
svolta in questi anni per tornare ai valori pre-crisi del 2009
(oggi circa 30.000 unità di personale in meno); incrementare di
1,5 miliardi di euro l'anno il Fondo di Finanziamento ordinario
dell'università; abrogare le tasse universitarie o almeno
diminuirle portandole alla media europea.
Queste le principali richieste avanzate stamane dalla Flc
Cgil in una conferenza stampa che si è svolta alla Camera.
"E' bene che si prenda atto che il nostro Paese sta
compromettendo irrimediabilmente il suo futuro. Infatti,
nonostante venga spesso ribadito dalla politica di ritenere di
fondamentale importanza l'investimento in alta formazione e
ricerca, nulla in questi anni è cambiato rispetto alla
situazione di totale ritardo del nostro Paese nel contesto
internazionale, anzi, il ritardo si accumula e amplifica sempre
più, considerato che mentre gli altri Paesi non hanno mai smesso
di investire su università e ricerca, in Italia si continua,
ancora oggi, lungo il percorso di disinvestimento progressivo
cominciato nel 2009", ha spiegato Pino Dilullo, segretario
nazionale Flc Cgil.
"Il neo ministro dell'Università Gaetano Manfredi - ha
spiegato Luca Sacchi, della Flc Cgil - ha annunciato all'interno
del Milleproroghe un emendamento del Governo teso a reclutare
1600 ricercatori con una spesa di circa 100 milioni di euro
all'anno. E' poi arrivato l'annuncio del Presidente del
Consiglio Conte che ha posto tra gli obiettivi prioritari del
Governo quello di avviare un piano pluriennale di reclutamento
di circa 2.000 ricercatori l'anno per cinque anni. Speriamo che
questo non sia l'ennesimo annuncio". Il sindacato chiede anche
una legge quadro nazionale sul diritto allo studio, che
stabilisca i livelli essenziali delle prestazioni e investimenti
nel sostegno al diritto allo studio, nella residenzialità
Universitaria e nel welfare studentesco in genere. "Serve da
subito un aumento di almeno 200 milioni del Fondo Integrativo
Statale per il diritto allo studio, per consentire di ampliare
il numero di studenti beneficiari", ha detto Tito Russo,
responsabile dei lavoratori precari del sindacato e segretario
nazionale Flc Cgil Roma e Lazio. I dati evidenziano come in
Italia meno del 10% degli studenti riceve una borsa di studio,
in Francia i borsisti sono il 40%, in Spagna il 30%, in Germania
il 25%.
Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali, intervenuto
all'incontro ha sottolineato la strutturalità dei problemi degli
atenei italiani che affliggono, in particolare, quelli del
Mezzogiorno: la quota premiale del Fondo di finanziamento
ordinario dell'università, infatti, sulla base di alcuni
parametri, viene concentrata solo su alcuni atenei.
Più in generale i sindacati hanno mostrato come il valore del
Fondo di finanziamento ordinario (FFO) dello scorso anno (2019)
è inferiore al valore del 2009: la perdita cumulata è stata di
5,3 miliardi di euro e calcolando l'inflazione intercorsa, per
avere lo stesso "potere d'acquisto" del 2009, all'FFO mancano
986 milioni di euro.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA