"Italia, pensioni e mobilità: storie
di partenze e di ritorni". Questo il tema del convegno
organizzato da Inps e Fondazione Migrantes. "Eravamo soliti dire
- ha detto Delfina Licata, della Fondazione Migrantes nel suo
intervento - che l'Italia contava uguale numero di immigrati
soggiornanti nel Paese ed emigrati italiani all'estero. Questa
affermazione, stando alle statistiche di oggi, non è più vera:
oggi il numero di connazionali che hanno scelto l'estero come
luogo di residenza è superiore a quello degli immigrati che
risiedono regolarmente nella Penisola. L'unica Italia a crescere
è, oggi, quella che mette radici all'estero. L'Italia è uno
Stato in cui la popolazione autoctona tramonta inesorabilmente e
la popolazione immigrata - complice la crisi economica, la
pandemia, i divari territoriali e l'impossibilità di entrare
legalmente - non cresce più".
Al 1° gennaio 2021, la comunità dei connazionali residenti
all'estero è costituita da 5.652.080 unità, il 9,5% degli oltre
59,2 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre l'Italia ha
perso quasi 384 mila residenti sul suo territorio, ha registrato
un aumento del 3% nell'ultimo anno di coloro che risiedono
stabilmente all'estero. La mobilità degli italiani con la
pandemia non si è arrestata, ma ha sicuramente subito un
ridimensionamento che non riguarda, però, le nuove nascite
all'estero da cittadini italiani, ma piuttosto le vere e proprie
partenze: il numero dei connazionali che hanno materialmente
lasciato il Paese recandosi all'estero da gennaio a dicembre
2020. In valore assoluto, si tratta di 109.528 italiani, -21.408
persone rispetto all'anno precedente.
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