"Se io sono matto a vivere qui,
voi siete matti a vivere in quel mondo là". Lo sguardo si perde
nella vallata sottostante e oltre le montagne dove c'è quel
"mondo matto" da cui fra' Taddeo, 24 anni fa, prese le distanze
salendo quassù, in mezzo all'Appennino umbro-marchigiano, per
vivere la sua solitudine fatta di preghiera, silenzio e
penitenza. Che in questo tempo di coronavirus sembrano assumere
un valore e un significato ancora più forte.
Taddeo Wrona, polacco di 51 anni, è l'ultimo degli eremiti che
da oltre 1.500 anni hanno scelto le vette che dominano Preci e
la Valle Castoriana e trascorre la sua vita nel minuscolo eremo
di San Fiorenzo, che l'ANSA ha raggiunto dopo un lungo viaggio a
piedi tra i sentieri dell'Appennino.
"Questo virus - dice - è una prova per l'umanità. Un momento
importante per farci riflettere sulle cose significative, per
farci capire di che pasta è fatto l'uomo. La gente corre troppo,
a un certo punto occorre fermarsi e il coronavirus forse ci
offre questa occasione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA