L'odio online dilaga e i mezzi per
offendere sono "a portata di clic" di chiunque, mentre gli
attuali strumenti di tutela legale non permettono oggi di
difendersi in modo altrettanto agevole e immediato. Proprio per
colmare questo gap è nata COP: una startup tecnologica ad alto
impatto sociale che ha sviluppato "Chi Odia Paga"
(www.chiodiapaga.it), la prima piattaforma legaltech italiana
che difende legalmente le persone bersaglio di odio online.
Secondo stime dell'International Center for Research on Women
nel mondo il 73% delle donne ha subìto un qualche tipo di
violenza di genere tramite strumenti digitali. Mentre in Italia
l'ultima "Mappa dell'intolleranza" redatta ad inizio 2019 da Vox
Diritti segnala che su un campione di oltre 215.000 tweet
analizzato, ben il 70% contiene messaggi di odio: tra questi il
32% riguarda i migranti (+15% rispetto al 2018), il 27% le donne
(+2%), il 15% gli islamici (+7%), l'11% contro disabili (+3%),
il 10% gli ebrei (+6% rispetto al 2018) e il 5% contro gli
omosessuali. Anche le vittime di simili messaggi potranno,
tramite COP, richiedere la rimozione degli insulti (c.d. "take
down"), svolgere le attività tecniche di preistruttoria, fino ad
arrivare all'invio di diffide, esposti al questore, denunce e
querele, in base alla gravità del reato commesso dagli "hater".
COP nasce per iniziativa di Francesco Inguscio, CEO di Nuvolab,
che spiega: " tramite la nostra piattaforma puntiamo a 'tassare
chi odia' per finanziare progetti di sensibilizzazione ed
educazione ad un uso costruttivo della comunicazione sulla
Rete". Insomma il messaggio è eliminare l'idea che sul web si
possa scrivere ciò che si vuole senza subirne le conseguenze.
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