"Mi sono ritrovato vicino
alla blindata dopo essere inciampato sul cadavere di Borsellino.
Ero presente fisicamente ma con la testa non c'ero. Vi lascio
immaginare quale era in quel momento il mio stato d'animo". Lo
ha detto il magistrato, allora parlamentare, Giuseppe Ayala,
rispondendo alle domande del procuratore capo Amedeo Bertone e
del Pm Stefano Luciani nel corso dell'udienza al processo sul
depistaggio della strage di via d'Amelio che si celebra a
Caltanissetta e che vede imputati tre poliziotti, Mario Bo,
Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo.
"Mi trovo con questa borsa di Paolo in mano. Non so che farne
- ha continuato Ayala - sono confuso. In uno stato di agitazione
trovo due ufficiali dei carabinieri e la do a loro. Cosa che
rifarei". Ayala ha poi aggiunto: "La figlia di Borsellino invece
di andare al carcere a sentire gli assassini del padre, può
venire da me se ha bisogno di chiarimenti?".
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