Il volume d'affari dell'economia
illegale in Italia è pari a oltre il 10% del Pil e se nel nostro
Paese ci fosse la stessa corruzione che c'è in Germania -
collocata al 10 posto della classifica di Trasparency
International sulla percezione della corruzione mentre l'Italia
è al 60 posto su 176 - il Pil procapite degli italiani sarebbe
più alto di quasi 110 mila euro all'anno, pari a 586 miliardi
circa di euro di ricchezza prodotta.
Sono alcuni dei dati illustrati oggi in conferenza stampa dal
Comitato Io Riattivo il lavoro che nel 2012 portò in Parlamento,
con oltre 130 mila firma a sostegno, una legge di iniziativa
popolare che è stata in gran parte recepita dal nuovo Codice
antimafia, promulgato nei giorni scorsi dal capo dello Stato. I
dati illustrati oggi evidenziano anche che il 7 per cento degli
italiani ha pagato una tangente per accedere ad uno dei servizi
pubblici essenziali, un dato corrispondente ad alcuni milioni di
famiglie.
Il Comitato - costituito da Cgil, Acli, Arci, Avviso
Pubblico, Centro studi Pio La Torre, LegaCoop e Libera - per
bocca de vari componenti, da Giuseppe Massafra e Luciano
Silvestri di Cgil a Davide Pati di Libera, a Vito Lo Monaco del
Centro studi Pio La Torre, a Nicola Leoni di Avviso Pubblico, ha
sostenuto oggi di essere soddisfatto per l'approvazione del
nuovo Codice ma ha chiesto che esso venga reso operativo nel più
breve tempo possibile, a partire dai decreti attuativi e dalle
deleghe che assegna al Governo, che questo deve emanare entro 4
mesi. Come vanno rapidamente avviate le procedure per riformare
e rafforzare l'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati. "Non
spegneremo i riflettori, vigileremo sull'applicazione operativa
del nuovo Codice", ha avvertito Massafra.
I dati delle sole aziende sequestrate parlano di 12.275
imprese di cui 7.351 attive e 2.515 effettivamente operative. In
queste ultime lavorano circa 20 mila addetti e il loro fatturato
è paria circa 1 miliardo. I settori di attività di maggiore
incidenza sono il commercio, le costruzioni, le attività
immobiliari e manifatturiere. Sono 669 poi i beni confiscati
alle mafie riutilizzati dal terzo settore con fini sociali, "un
numero che sarebbe potuto essere molto più alto se il Codice
antimafia fosse stato approvato prima", ha sottolineato Pati di
Libera. Sono ben 168 quelle operanti in Sicilia, 136 in
Lombardia, 110 in Campania, 100 nella Calabria.
Secondo un'indagine di Eurobarometro, per il 97% degli
italiani quello della corruzione è un problema molto-abbastanza
diffuso. Dal punto di vista della repressione penale, se nel
2000 si registravano più di 500 condanne all'anno per
corruzione, in tempi recenti si è scesi a circa 250. nel 2015 i
detenuti per corruzione erano 299, pochissimi a fronte di una
popolazione carceraria di oltre 54 mila individui. Questa
diffusa impunità - secondo i relatori di oggi - è stata
alimentata anche dalla riforma della prescrizione penale
approvata nel 2005 con la ex legge Cirielli
Oggi erano presenti all'iniziativa anche il relatore del
Codice in Senato, Giuseppe Lumia, il capogruppo Pd in
Commissione antimafia, Franco Mirabelli, il relatore alla Camera
Davide Mattiello Pd e il capogruppo Pd in commissione Giustizia
alla Camera Walter Verini.
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