Scatta il countdown: meno un mese
alla Maturità 2021, il cui inizio è fissato per mercoledì 16
giugno. Un periodo in cui, tradizionalmente, per i ragazzi di
quinta superiore la scuola è praticamente finita e ci si può
concentrare quasi esclusivamente sull'esame. Quest'anno, però,
sembra esserci un problema. Anzi, più di uno: tanti i docenti
che, anche all'ultimo anno, stanno approfittando di queste
settimane di lezione in presenza per recuperare compiti in
classe e interrogazioni lasciate indietro a causa della Dad. A
dirlo sono mille maturandi intervistati da Skuola.net: 6 su 10,
infatti, lamentano il fatto che i propri insegnanti si stanno
concentrando più sulle valutazioni che sul sostegno alla
preparazione della prova di giugno. Ma, in generale, i carichi
di lavoro sono impegnativi praticamente per tutti: il 65%
ritiene la mole di verifiche "eccessiva", un altro 23%
"fattibile ma senza dubbio intensa". Una situazione che sta
creando non pochi grattacapi agli studenti, visto che solo 3 su
4 stanno riuscendo a ritagliarsi del tempo per ripassare i
materiali per l'esame; gli altri sono invece costretti a
studiare per recuperare qualche insufficienza di troppo (13%),
se non addirittura per tentare di evitare di non essere ammessi
alla prova finale (10%). Una 'rifinitura' che, peraltro, spesso
deve essere svolta in maniera autonoma: solamente 1 maturando su
4 sta facendo delle simulazioni di maxi-orale (unica prova
dell'esame di quest'anno) con la maggior parte dei professori;
un altro 30% deve accontentarsi giusto di qualche docente di
buona volontà; il 38% invece dice di essere stato abbandonato al
proprio destino. Pochi pure gli insegnanti che si rendono
disponibili a supportare i singoli ragazzi, magari - se in
classe si devono concentrare sulle ultime valutazioni - oltre
l'orario scolastico: nella maggior parte dei casi (55%) è
veramente difficile trovarne uno disposto a rispondere ai
proprio dubbi sull'esame.
Un ostacolo di non poco conto, visto che l'esito della maturità
sembra stare molto a cuore a tantissimi ragazzi. Non tanto per
la riuscita, quanto per il voto scritto sul diploma. Per 1 su 4
è addirittura fondamentale ottenere il massimo, specie in vista
dell'iscrizione all'università; per il 33% è invece importante
per una questione di orgoglio personale; a conti fatti meno di 1
su 2 non baderà troppo al dato numerico.
A due settimane dalla consegna dell'elaborato i maturandi si
dividono in 3 parti praticamente uguali: chi l'ha praticamente
finito, chi ha appena iniziato e chi, addirittura, deve ancora
iniziarlo.
Stessa cosa per il curriculum dello studente, grande novità di
quest'anno. Un parte, in teoria, la dovrebbe compilare il
candidato. Ma, sebbene la piattaforma del Ministero su cui
caricare le informazioni sia attiva dall'inizio di aprile, ad
oggi solo il 34% l'ha già fatto; il 41% lo farà più avanti. Gli
altri o non hanno nulla da segnalare in aggiunta a quanto
riportato dalla scuola (12%) o addirittura non erano a
conoscenza della sua esistenza (13%).
Troppo tardi, invece, per rimediare alle mancanze sui PCTO (l'ex
alternanza scuola lavoro). E per 1 su 3 qualche brivido ci sarà:
il 19% non ha completato le ore previste per il proprio
indirizzo, il 13% dice di non averle fatte per niente. Per loro
sarà difficile capire come si regolerà la commissione: l'ex
alternanza scuola-lavoro non è un requisito d'ammissione
all'esame ma se ne dovrà comunque dare conto durante il
colloquio. Un passaggio che gli studenti stanno affrontando con
varie strategie: una buona parte ha già in mente una bozza di
relazione delle attività (33%), qualcun altro (16%) la inserirà
direttamente nell'elaborato, i più (38%) imbastiranno qualche
discorso poco prima dell'orale. Alla fine solo 1 su 10 teme la
'scena muta'. Persino le ipotetiche domande di Educazione civica
- previste dall'ordinanza sulla maturità ma basate solo sugli
argomenti effettivamente trattati - stanno agitando la vigilia
dei ragazzi: solo il 44% ha tutto ben chiaro mentre il 40%, pur
avendola approfondita a scuola, non si sente pronto a
rispondere; sempre meglio di quel 16% che non l'ha affrontata
quasi per niente. Anche se la parte che preoccupa di più è
un'altra: le domande multidisciplinari a discrezione dei
professori, indicate come nemico numero uno dal 60% dei
maturandi. Questa è l'unica porzione del colloquio d'esame
totalmente imprevedibile, con il candidato che dovrà essere in
grado di sviluppare una trattazione multidisciplinare a partire
da uno spunto (foto, documento o testo le forme più diffuse)
proposto dalla commissione, svelato solo in quel momento.
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