Si apre nel segno della parola
"resistenza" la nuova stagione del teatro di ÀP, l'Accademia
Popolare dell'antimafia e dei diritti ospitata dall'IIS Enzo
Ferrari, negli spazi di Via Contardo Ferrini 83, a Cinecittà-Don
Bosco a Roma. Frutto della collaborazione tra Associazione
antimafie daSud e Compagnia Ragli, ÀP Teatro si prepara così a
portare in scena, dal 23 gennaio al 23 aprile, memoria, diritti,
giustizia sociale e lotta alle mafie. Simbolo di un luogo di
cultura che accende un faro nella periferia sud-est della
Capitale, che "resiste" in una città dove gli spazi e i centri
di aggregazione vengono chiusi o sgomberati, ÀP Teatro dà il via
alla sua terza stagione con un fitto programma di appuntamenti,
un Premio intitolato a Mauro Rostagno che giunge alla seconda
edizione e alcune novità.
"Nulla rende più felici di un foyer pieno di gente che noi
chiamiamo amici e che gli artisti chiamano pubblico. È accaduto
- spiega Rosario Mastrota, direttore artistico di ÀP Teatro -
grazie alla tenacia e alla forza di volontà di un gruppo capace
di realizzare un progetto artistico in uno spazio che nasce per
la prima volta dentro una scuola della periferia di Roma che si
apre alla città. ÀP Teatro è arrivato così al suo terzo anno di
attività: un luogo partner di altri spazi e associazioni, un
luogo di residenze per artisti, di laboratori teatrali e sala
prove gratuita, una vetrina per presentare i debutti.
Quest'anno, per la nuova stagione, abbiamo scelto la parola
'resistenza', perché la nostra (modesta) missione teatrale è in
fondo un percorso di resistenza: civile, sociale e culturale".
Va in questa direzione anche il Premio nazionale Mauro
Rostagno che torna in cartellone dopo il successo della prima
edizione: una tre giorni di teatro civile, dal 16 al 18 aprile,
durante la quale i sei spettacoli finalisti del concorso
dedicato al giornalista, attivista politico e sociologo, vittima
innocente di mafia si contenderanno la vittoria. Indetto da
daSud e Ragli per incentivare e sostenere la produzione
artistica legata ai temi della dignità della vita umana,
dell'impegno per la giustizia sociale e della lotta nei
confronti tutte le forme di discriminazione, il concorso è
attualmente aperto (scade il 29 febbraio il termine per poter
partecipare) e prevede la proclamazione del vincitore - con
l'attribuzione di un premio da 1000 euro - il 18 aprile da parte
di una giuria di critici ed esperti del settore. Ospite
d'eccezione della serata finale sarà l'attore romano Ascanio
Celestini protagonista di un incontro.
"In questi tempi bui c'è bisogno di immaginazione, ricerca e
coraggio. Siamo perciò più che mai convinti della necessità di
trovare nuove idee, opportunità, percorsi sociali e culturali.
Per questo - spiega Danilo Chirico, presidente di Associazione
antimafie daSud - anche grazie alla generosità e disponibilità
di Maddalena Rostagno, figlia di Mauro, organizziamo il Premio e
per questo consolidiamo e rilanciamo il nostro impegno a
sostegno di quella produzione artistica capace di interpretare
la società contemporanea e offrire chiavi di lettura originali
sul futuro del nostro Paese e del pianeta".
In cartellone, al di fuori del Premio Rostagno, sette
spettacoli, che quest'anno per la prima volta saranno preceduti
dagli "AperiScena": gli aperitivi pre-teatro con ospiti che
introdurranno le tematiche trattate dalle pièce. Appuntamento,
dunque, alle ore 19:30, nel foyer del teatro, la biblioteca di
ÀP, per uno scambio di idee prima dello spettacolo. Ad aprire la
stagione, il 23 gennaio, sarà l'incontro "La pace prima della
guerra" che vedrà ospite Giulio Marcon, fondatore di
Sbilanciamoci e di Collettiva. Sarà l'occasione per discutere
con uno dei più importanti esponenti del movimento pacifista
italiano, in un momento di grandi tensioni internazionali e in
cui tornano a spirare venti di guerra.
La serata proseguirà con l'anteprima nazionale dello spettacolo
La fuga di pitagora lungo il percorso del sole: una produzione
di Zahir Associazione, scritta e diretta da Marcello Walter
Bruno, con l'interpretazione di Ernesto Orrico, i suoni di
Massimo Garritano e le visioni di Raffaele Cimino, che riporterà
lo spettatore al tempo dell'immigrato Pitagora, simbolo di un
cosmopolitismo che segna fin dall'epoca presocratica i destini
della civiltà occidentale. Dalle migrazioni alla guerra e dal
rapporto tra intellighenzia e potere politico a quello tra
scienza e populismo della democrazia, La Fuga di Pitagora è
materia antica che parla al pubblico di contemporaneità
mediterranea.
Per informazioni: www.apaccademia.it, www.dasud.it,
www.compagniaragli.com.
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