Arriva una interrogazione
parlamentare ai ministri dell'Interno e dell'Istruzione sulla
vicenda degli alloggi delle scuole occupati abusivamente da ex
bidelli o da loro eredi: solo a Roma sono 500 gli alloggi da
restituire ai plessi scolastici ma la situazione è simile anche
in altre città come Napoli e Bari.
Il tema, per il quale si batte da anni l'Associazione
nazionale presidi e in particolare Mario Rusconi, che guida
l'Anp di Roma, ha visto la presentazione, in questi giorni, di
una interrogazione da parte del deputato Rossano Sasso (Lega),
"In molti di questi casi - si legge nell'interrogazione - i
dirigenti scolastici hanno segnalato alle autorità la necessità
di provvedere agli sgomberi delle aree occupate, soprattutto per
ragioni di sicurezza per gli studenti che si trovano a convivere
con personaggi estranei alla scuola e anche per ragioni di
spazio per le attività didattiche. Molte delle istituzioni
scolastiche in questione, infatti, lamentano la carenza di spazi
necessari per l'espletamento delle attività didattiche frontali
e laboratoriali, troppo spesso trascurate, nonostante la
disponibilità di fondi dedicati all'edilizia scolastica e
all'innovazione tecnologica degli spazi educativi ne
permetterebbe l'adeguamento e l'allestimento;
parrebbe che solo in una manciata di casi gli alloggi siano
occupati regolarmente mentre nella maggior parte ormai vi
abitino eredi degli allora custodi privi di qualsiasi titolo".
Rusconi spiega che la battaglia per la liberazione di
questi alloggi la porta avanti da oltre 10 anni e ne ha parlato
con molti sindaci e presidenti di provincia e città
metropolitana. "Da luglio - racconta - dopo averne parlato con
il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, sembrerebbe essersi mosso
qualcosa; aspettiamo una determina del comune di Roma ma
purtroppo ci sono molte sollecitazioni perchè il comune non
intervenga. Eppure nella bozza preparata anche con il mio aiuto
era stata inserita una clausola che prevedeva che persone con
piu' di 65 anni, affette da patologie e senza la proprietà di
altri appartamenti, potessero rimanere in quello attualmente
occupato, stipulando, ovviamente, un contratto regolare. Non
vorremmo che le varie lobby bloccassero una soluzione di tipo
positivo e vorrei che si pensasse ai danni che si provocano
negli studenti: la formazione passa anche attraverso locali ben
attrezzati. Durante il covid, pur in presenza di questi
appartamenti, abbiamo dovuto dividere palestre, laboratori e
aule magne con un forte danno per i giovani. Mi appello al senso
di responsabilità dei comuni e delle istituzioni".
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