Sono da sempre poche le figure
maschili nella scuola. E così la bozza del prossimo concorso per
i dirigenti scolastici che si svolgerà di qui a qualche mese
all'articolo 10 prevede che: "All'esito della procedura
concorsuale,(…) a parità di punteggio complessivo (…),
considerate le percentuali di rappresentatività di genere di
ciascuna regione (…), che il titolo di preferenza sia in favore
del genere maschile». Tanto è bastato per scatenare le critiche
dei sindacati.
Il ministero dell'Istruzione fa notare che quanto previsto
dalla bozza discende dall'applicazione di un decreto di giugno
che regola l'accesso agli impieghi in tutte le pubbliche
amministrazioni. Tra le modifiche introdotte una prevede che nei
bandi di concorso nelle pubbliche amministrazioni debba essere
indicata, per la qualifica interessata, la percentuale di
rappresentatività dei generi calcolata al 31 dicembre dell'anno
precedente. Qualora il differenziale fra i generi sia superiore
al 30 per cento, nello scorrimento della graduatoria per le
assunzioni, a parità di titoli e merito, si applica la
preferenza a favore del candidato appartenente al genere meno
rappresentato.
Nel caso della scuola, poichè presidi e insegnanti sono da
sempre in gran parte donne, in caso di parità in graduatoria si
preferirà il collega di sesso maschile. "Un passo indietro", per
la Uil Scuola. Una previsione "inadeguata e bizzarra" per la
Cisl scuola, che chiede di rivederla.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA