"Non sono certo le condizioni
migliori quelle che vedono le scuole, in questi giorni, valutare
la possibilità di ampliare l'offerta formativa da proporre agli
studenti e alle famiglie, aggiungendo nel proprio percorso di
studi anche l'opzione del Liceo del Made in Italy. La
valutazione di questa opportunità va fatta in tempi molto
stretti, vi è incertezza sulla possibilità di mantenere gli
indirizzi economico-sociali attualmente in essere: da qui la
preoccupazione dei collegi dei docenti, messi di fronte a scelte
da compiere in poche ore senza aver ben chiare le prospettive".
Ad evidenziarlo è Ivana Barbacci, segretario generale Cisl
Scuola.
"Fortunatamente - aggiunge - la versione iniziale del disegno di
legge, che vedeva il liceo del made in Italy come alternativa
secca all'opzione economico sociale, è stata modificata nel
senso indicato dalla Cisl Scuola, lasciando la possibilità di
mantenere comunque questa opzione, fermo restando il numero
complessivo dei corsi attivati nei Licei delle Scienze Umane.
Il nuovo Liceo del made in Italy potrà essere attivato come
nuovo percorso di studi in tutte le altre istituzioni
scolastiche".
"Analoghe perplessità e incertezze - prosegue la dirigente
sindacale - si riscontrano nelle scuole che stanno valutando se
aderire alla sperimentazione della Filiera tecnico-professionale
4+2. Anche in questo caso si deve agire in tempi molto stretti,
il che noi aiuta ad assumere decisioni consapevoli; si deve
decidere se impegnarsi in percorsi complessi senza aver avuto la
possibilità di approfondire, riflettere, valutare adeguatamente
opportunità, benefici, costi e ricadute.
È un vizio ricorrente quello di far calare dall'alto le
riforme, quando è dimostrato che le innovazioni migliori nascono
mettendo a frutto le buone pratiche messe in campo dalle scuole,
impegnate ad aggiornare costantemente la propria offerta
formativa alla luce dall'evoluzione del contesto socioeconomico
e delle esigenze espresse dal territorio. Le buone riforme
richiedono una solida alleanza fra scuola, territorio e grande
capacità di ascolto da parte del Legislatore. Da tempo prevale
una sorta di protagonismo egocentrico da parte di governi e
maggioranze di turno, a scapito della qualità dell'azione
riformatrice. Un limite evidente, che si trascina da tempo, al
punto che gli stessi investimenti legati all'attuazione del Pnrr
si trasformano più in adempimenti ossessivi che in una vera
opportunità di crescita".
"Il ministero dell'Istruzione in più occasioni si è detto
interessato a sostenere le scuole nel loro percorso di crescita
e sviluppo anche attraverso la ricerca di nuovi strumenti
educativi e formativi: il primo modo di onorare questo impegno
sarebbe di liberare le scuole dall'assillo di adempimenti
stringenti, garantendo per le loro scelte tempi adeguati e
percorsi d'innovazione più partecipati", conclude Barbacci.
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