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Gilda, l'IA divide i prof, i più favorevoli sono i giovani

Gilda, l'IA divide i prof, i più favorevoli sono i giovani

Sondaggio, il 54% di dice no ad autonomia differenziata

ROMA, 31 gennaio 2024, 13:18

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'intelligenza artificiale divide i docenti: il 52%, soprattutto tra gli over 55, si ritiene contrario al suo utilizzo mentre il 48% - per la maggior parte under 35 - è favorevole. È quanto emerge dal sondaggio realizzato da Swg per Gilda degli insegnanti presentato oggi a Roma insieme al coordinatore Rino Di Meglio. Gran parte dei docenti ritiene utile l'AI per la burocrazia scolastica (44%) come per assenze, voti o correzione delle verifiche; per i programmi e i materiali didattici (41%); per la formazione dei docenti (37%).
    Ma per il 47% degli insegnanti ci sono più rischi che opportunità per quanto riguarda l'insegnamento in aula, per il 55%, poi, per il rapporto tra scuola e famiglia e per il 63% per lo svolgimento dei compiti a casa. Secondo lo studio, per oltre la metà dei docenti l'intelligenza artificiale può valorizzare la professione (per il 56%), specialmente tra i più giovani (66% tra gli under 35). Per il 29 per cento, invece, l'IA è considerata una minaccia: tra i professori di liceo si respirano le maggiori preoccupazioni. "Noi della Gilda degli Insegnanti siamo convinti che l'IA possa essere uno strumento prezioso per la scuola, ma che sia necessario utilizzarla in modo consapevole e responsabile. Tuttavia è importante che il ruolo dell'insegnante, protagonista del processo educativo, non venga sminuito o addirittura sostituito". Così il coordinatore nazionale Rino di Meglio. "Il sondaggio conferma che l'intelligenza artificiale è una rivoluzione che sta cambiando il mondo - prosegue - e che non può essere ignorata dal sistema scolastico, nonostante persista una forte divisione tra favorevoli e contrari". Il sondaggio, che è stato svolto su un campione di 600 insegnanti italiani, ha esaminato anche il tema dell'autonomia differenziata. La maggior parte dei docenti, il 54 per cento - soprattutto di scuola secondaria e del Centro Sud, il 63 per cento in questo caso - si ritiene contrario. A essere favorevole è 1 insegnante su 3, il 35 per cento, e si tratta prevalentemente di docenti del Nord Italia che costituiscono il 47 per cento.
    "Ci troviamo d'accordo con gli insegnanti, l'autonomia differenziata, come abbiamo sempre sostenuto, mina le basi di un Sistema Scuola inclusivo e rischia di disgregare il sistema nazionale con tanti sistemi educativi di istruzione e formazione, significherebbe cristallizzare le differenze invece che migliorare. Non solo, c'è anche un problema culturale, se accentuiamo le divisioni, in un Paese che è già troppo diviso, rischiamo di creare un serio problema", evidenzia Di Meglio. C'è poi scetticismo - specialmente alle scuole medie - per quanto riguarda l'autonomia scolastica che ha attribuito la dirigenza ai presidi. Sarebbe accolta favorevolmente, secondo il sondaggio, una riforma che preveda l'elezione del preside da parte degli insegnanti ogni 4 anni. Il 63% esprime un parere positivo. Il sondaggio chiede un parere anche sull'introduzione di un Consiglio Superiore della docenza per vigilare sul corretto utilizzo delle sanzioni disciplinari: il 55% degli insegnanti è favorevole. In maniera negativa - dal 44 per cento - viene invece vista l'istituzione di un organo di vigilanza esterno per la valutazione delle sanzioni disciplinari degli insegnanti. Il 73% non vuole, inoltre, una scuola-azienda e 7 insegnanti su 10 non gradiscono l'accorpamento degli istituti.
    Per quanto riguarda il ruolo delle famiglie, secondo 9 insegnanti su 10 l'ingerenza dei genitori danneggia la crescita degli studenti e lede il principio costituzionale della libertà di insegnamento. Per 8 su 10 è ammissibile un'ingerenza soltanto in casi estremi. In merito alla riduzione del percorso scolastico da 5 a 4 anni per le superiori, 7 insegnanti su 10 dicono di essere contrari.
   

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