Ritorno a scuola da brividi: a causa
dell'irrigidimento del clima di questi ultimi giorni e dei
problemi strutturali delle scuole italiane, ben il 55% degli
studenti degli istituti secondari lamenta infatti disagi in
classe dovuti proprio alle basse temperature. E se per la metà
di loro si tratta di una situazione gestibile, per l'altra metà
il disagio è tangibile. A tal punto da costringerli, in molti
casi, a ricorrere ai cappotti se non addirittura, in casi
estremi, a coperte e stufette. E non manca chi è rimasto a casa.
A tracciare questo quadro della situazione è un sondaggio
effettuato da Skuola.net, su un campione di 1.000 alunni di
medie e superiori.
Secondo i diretti interessati, però, gli agenti atmosferici
hanno solo una parte di responsabilità. Molto, infatti, lo fanno
le condizioni in cui versano gli istituti.
Qualunque sia l'origine del freddo, però, la didattica
deve andare avanti. E allora ci si organizza con le contromosse
più varie. Oltre un terzo (35%) degli studenti infreddoliti
segue le lezioni con addosso il piumino o il cappotto. Circa 1
su 10 ha tirato fuori dall'armadio una più comoda coperta. Ma a
volte non basta e bisogna abbandonare il campo da gioco, come ha
fatto il 10% degli studenti in preda al gelo: sono coloro che,
ad esempio, hanno cambiato aula oppure che hanno preferito
restare a casa di propria sponte o, ancora, che hanno ottenuto
una riduzione di orario o una chiusura in toto della scuola.
Fortunatamente, comunque, le basse temperature in classe non
hanno costretto tutti a doversi difendere con altri strumenti,
se non con vestiti pesanti: il 40% di quelli che hanno percepito
in classe una temperatura più rigida del dovuto, hanno
continuato a fare lezione come se nulla fosse, sperando in una
risalita delle temperature.
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