Si è dimesso lo storico e potente
direttore generale di Roma Tre, Pasquale Basilicata,
soprannominato 'rettore' dell'ateneo romano, arrivato all'ateneo
nel 1995 in veste di direttore amministrativo e poi divenuto Dg
nel 2012, a seguito della riforma Gelmini. A comunicare le
dimissioni - ma la scadenza del suo mandato era comunque
prevista a fine ottobre - è lui stesso, in una lettera inviata
ai colleghi.
Nella missiva, Basilicata si toglie qualche sassolino e parla
di "orrore per l'ipocrisia, il male di tutti i mali e la fonte,
pressoché unica, di tutte le forme di corruzione nelle relazioni
tra gli individui" che "mi ha forse procurato inimicizie. Se
però mi fossi accomodato nella confusione stolta delle relazioni
false - prosegue - non avrei vissuto con la leggerezza e la
sensazione di pulizia che mi ha accompagnato in tutta la vita".
In un altro passaggio sostiene che l'ateneo "deve prepararsi
per affrontare i prossimi 30 anni e lo deve fare con l'unità, la
consapevolezza e l'orgoglio della grandezza che ha saputo
costruire a dispetto degli eventi, delle aspettative di
fallimento e dei tanti interessi che ci hanno contrastato nel
corso degli anni provenienti sia da quella parte dell'accademia
incapace di riconoscere il nuovo che stava sorgendo in Città sia
dalle ostilità senza voce di una burocrazia anche politica
inidonea a governare il Paese".
Lo scorso anno Basilicata era stato al centro di alcune
polemiche per la carriera del figlio, Luca Basilicata,
all'interno di Roma Tre e per la gestione del bilancio
dell'ateneo che ammonta a circa 200 milioni l'anno.
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