Quarantadue bambini ucraini con i
loro accompagnatori (per un totale di 80 persone), provenienti
dalle città di Nikopol e Kryviy Rih nel Dnipropetrovsk, saranno
accolti per il periodo estivo nelle diocesi di Senigallia,
Ascoli Piceno e Macerata, grazie alla disponibilità delle
Caritas e delle comunità locali. L'iniziativa, sostenuta dalla
Conferenza Episcopale Italiana e dalla Nunziatura Apostolica in
Ucraina, "è un ulteriore segno della solidarietà della Chiesa in
Italia alla popolazione ucraina", sottolinea la Cei.
Il progetto si aggiunge ad altri già in atto che hanno
permesso ad oltre 600 bambini e ragazzi di trascorrere qualche
settimana di serenità, lontano dalla guerra e dalla sofferenza.
Dall'inizio dell'estate, infatti, grazie al coinvolgimento di
attori diversi, sono state organizzate vacanze solidali in
collaborazione con Caritas Spes e Caritas Ukraine, attività a
livello diocesano ed è stato sostenuto l'intervento realizzato
dal Movimento europeo di azione nonviolenta.
Sin dall'inizio del conflitto, Caritas Italiana è accanto
alle comunità ucraine e in prima linea insieme alle Caritas
nazionali, Caritas Spes e Caritas Ukraine, nella gestione
dell'emergenza e degli aiuti. Già nel 2022, aveva accolto la
richiesta delle Caritas ucraine di offrire un periodo di vacanza
in Italia a circa 200 bambini, prima della ripresa delle
attività scolastiche. Forte di questa esperienza, anche
quest'anno ha coordinato l'organizzazione dell'accoglienza
estiva, grazie alla disponibilità, partecipazione e
collaborazione delle Chiese locali e delle Acli, garantendo
vitto e alloggio, attività ricreative e di intrattenimento per i
bambini, gli adolescenti e gli adulti che li accompagnano.
"Questi ragazzi - afferma don Marco Pagniello, direttore di
Caritas Italiana - sognano sicuramente la pace e di tornare a
una vita serena, di frequentare la scuola, di poter
riabbracciare i loro amici e, per tanti di loro, anche i papà
che sono attualmente in guerra. Molti di questi bambini, poi,
arrivano da orfanotrofi e in loro c'è anche la speranza di poter
sognare, finalmente, una famiglia. Questa esperienza si
inserisce sulla scia di altre realizzate in passato per
situazioni di estrema difficoltà, come ad esempio dopo il
disastro di Chernobyl. L'anno prossimo vorremmo promuovere un
progetto per garantire protezione e sicurezza all'infanzia
ucraina".
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