Hanno tutti confermato che a
sferrare le coltellate che hanno ucciso Dimitry Simone Stucchi,
morto ad appena 22 anni lo scorso 29 settembre nel Milanese
durante una rissa tra giovanissimi di due 'bande', sia stato un
minorenne nato a Melzo e di origine nordafricana, quattro dei
sei ragazzi che, interrogati oggi, hanno risposto alle domande
del gip del Tribunale di Milano Luca Milani.
Mentre due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere,
gli altri giovani, durante l'interrogatorio di garanzia davanti
al giudice Milani, hanno affermato, in linea con le indagini,
non solo che Simone Stucchi sarebbe stato colpito a morte dal
17enne, in carcere con il fratello 15enne, per essere indicato
come l'autore materiale dell'omicidio, ma anche che, nonostante
fosse accasciato sul marciapiede e agonizzante, è stato preso
ripetutamente a calci e, ha ribadito uno, forse ancora
accoltellato.
Tra i sei maggiorenni interrogati questa mattina anche Davide
Colombi, il 'capo' della banda di Vimercate, il quale avrebbe
minimizzato sostenendo che i 100-150 grammi di hashish erano per
uso personale e che la questione del pagamento con banconote
false era già risolta mesi prima. Una spiegazione non
convincente, così come il suo ricondurre a una telefonata non
gradita alla sua ragazza il motivo della violenta rissa, con
mazze, bastoni, sanpietrini e coltelli.
Ieri, durante il faccia a faccia con il gip Milani, Youssef
Mahmoud Elsayed, il capo del gruppo avverso, quello di Pessano
con Bornago, teatro dello scontro tra le due fazioni, tra
l'altro non ha nascosto che quella sera se ne era andato via
"per paura". Per la vicenda l'altro ieri sono state emesse
misure cautelari nei confronti di 5 minori (due in carcere) e di
19 maggiorenni (sette in carcere).
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