(ANSA) - PESCARA, 4 GIU - Una mensa universitaria a 'circuito
chiuso', in una logica di autosufficienza e sulla base delle
tradizioni e dei prodotti tipici: è quanto prevede il progetto
"Dal buono pasto al pasto buono" avviato dall'Università degli
studi di Teramo. L'iniziativa è uno dei progetti presentati
all'Expo di Milano, nel corso del convegno 'Università: alta
formazione, ricerca e innovazione' che si è svolto
nell'auditorium del Padiglione Italia.
Il progetto è stato curato dall'Università di Teramo in
collaborazione con Slow Food, il centro rifiuti della Regione
Abruzzo, uno spin off dell'Università Federico II di Napoli e
una cooperativa che si occupa di compostaggio. Sono stati già
presi contatti con i fornitori ed è stata aperta la cucina
interna alla mensa del campus di Coste Sant'Agostino. Il
progetto, già a buon punto, sarà a regime per il prossimo anno.
"L'idea di una mensa a circuito chiuso - spiega il prorettore
vicario Dino Mastrocola, docente di scienze e tecnologie
alimentari - si basa su un approvvigionamento di prodotti
locali, calcolando anche il consumo di Co2 e di acqua dei
prodotti più importanti. Verranno offerte pietanze preparate con
prodotti locali, nel rispetto della tradizione abruzzese e
teramana. I pasti non consumati verranno destinati alle mense
sociali, gli avanzi di origine animale andranno al canile e
tutto il resto verrà avviato al compostaggio. Le larve di 'mosca
soldato' in breve tempo produrranno un terriccio utilizzabile
nel campus; le stesse larve, poi, disidratate e macinate,
daranno origine ad una farina per utilizzo zootecnico".
Il tutto verrà comunicato sui coprivassoi, con l'obiettivo di
informare gli utenti della mensa sui valori nutrizionali e sul
potere salutistico degli alimenti. Verranno anche organizzati
dagli studenti dei seminari informativi e divulgativi
all'interno della stessa mensa.
Tra i progetti presentati dall'Università di Teramo c'è anche
quello per l'autosufficienza alimentare in una regione del
Burundi, attraverso una collaborazione con l'ong Dapadu e con il
ministero delle Politiche agricole. Sono previsti interventi su
tutta la filiera: dall'individuazione di cereali, legumi, piante
e orticole annuali a piccoli impianti casalinghi di
conservazione basati sull'utilizzo del fotovoltaico, fino alla
parte relativa all'allevamento. Prevista, infine, la formazione
di studenti del Burundi all'Università di Teramo, affinché poi
possano seguire il progetto sul territorio.
Nel corso del convegno a Expo - protagonista non solo
l'ateneo teramano ma anche l'Università di Chieti-Pescara - si
sono susseguiti undici interventi accademici e dieci
presentazioni di esperienze imprenditoriali per affrontare i
temi della ricerca e dei progetti innovativi applicati al mondo
del food. Dalla progettazione e realizzazione di Nasi
elettronici su misura per alimenti, ai meccanismi molecolari che
sono alla base delle tipicità dell'olio extravergine di oliva
abruzzese, da un'indagine sul modello mediterraneo alimentare
fino al Carbon Footprint nell'agroalimentare.
Sono stati gli speech di presentazione delle dieci start up
ospiti del sistema universitario abruzzese a portare il tema
dell'innovazione sul terreno del business e del fare impresa a
partire dalla ricerca. Idee, progetti e aziende che spaziano
dalla tecnologia dei droni fino all'informatica applicata al
consumo delle eccellenze agroalimentari a kilometro zero;
dall'edilizia sostenibile alla logistica alimentata ad energie
rinnovabili, dalle tecnologie delle biomasse fino allo sviluppo
di vere e proprie biosfere e coltivazioni subacquee.
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30 ott. 2015