FederazioneSanità, modelli a confronto

Evento Condcooperative dedicato a cooperazione e salute

Redazione ANSA MILANO

MILANO - Nel mondo ogni anno sono 81 milioni le persone che ricevono assistenza, servizi e prestazioni sanitarie dalle 20 mila cooperative specializzate in questo settore. Sono alcuni dati relativi al settore illustrati da Confcooperative a Expo, nel corso dell'evento dedicato a FederazioneSanità, dal titolo 'Nutrire il welfare, le cooperative in sanità'. Nell'ambito dell'evento sono stati messi a confronto i modelli della cooperazione sanitaria in Italia, Canada, Brasile, Argentina, Spagna e Giappone. In Italia sono 1,5 milioni le persone che ricevono assistenza dalle cooperative, "nel nostro Paese il bisogno di assistenza primaria, fuori dall'ospedale, è ormai un'emergenza inderogabile - ha sottolineato il presidente di FederazioneSanità - Confcooperative, Giuseppe Milanese - mancano circa 300 mila posti letto nelle residenze intermedie su tutto il territorio nazionale, con uno dei più bassi tassi di assistenza domiciliare in Europa". Le cooperative che si occupano di assistenza sanitaria sanno che da adesso nei prossimi anni l'emergenza da affrontare non sarà quella relativa all'Hiv o alla malaria, alle epidemie infettive in particolare, ma si chiama cronicità e disabilità, dovute anche all'invecchiamento della popolazione. "Ogni tre secondi, come attestano studi recenti, nel mondo c'è un caso di demenza - ha spiegato Milanese - per un totale di 40 milioni di persone interessate e nei prossimi anni saliremo a 200 milioni, per una spesa complessiva sanitaria che passerà dagli attuali 818 miliardi di dollari fino a 1 trilione di dollari. In questo scenario l'assistenza primaria diventa fondamentale". L'assistenza offerta dalle cooperative sanitarie, in Italia e nel mondo "è ad alta specializzazione - ha concluso Milanese - perchè non si tratta di semplice erogazione di servizi, ma di un sistema che mette in rete know how e professionalità diverse: medici, farmacisti, infermieri, riabilitatori. Una risorsa per il territorio e per il Paese, soprattutto laddove il pubblico non riesce più a coprire tutte le richieste, sia perchè la sanità pubblica deve fare i conti con ristrettezze di bilancio sia perchè la mappa dei bisogni è in continua evoluzione per motivi demografici o epidemiologici".

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