Soremartec, 'rivoluzione' buona alimentazione

Esperti da tutto il mondo a confronto nel convegno di Soremartec

Redazione ANSA TORINO

MILANO - Esistono cibi buoni o cattivi per la salute? Si può parlare di "alimentazione ideale"? Per dare una risposta a queste domande scienziati ed esperti del mondo della nutrizione si sono dati appuntamento a Expo Milano, nell'incontro 'Back to basics'. Il convegno è organizzato da Soremartec, società del gruppo Ferrero che si occupa di ricerca e sviluppo per l'azienda dolciaria di Alba.

Tra i partecipanti, alcuni delle più autorevoli voci del panorama scientifico internazionale: Robert Gibson, docente del dipartimento 'Functional Food Science' School of Agriculture, Food and Wine, dell'Università di Adelaide; il professor Carlo La Vecchia, che insegna Epidemiologia all'Università di Milano; il medico nutrizionista Sumantra Ray, ricercatore al Medical Research Center di Cambridge. Da Johannesburgh arriva Christine Venter, docente di fisiologia della nutrizione alla North-West University; dall'Università di Losanna il professor Luc Tappy, mentre è specializzato in pediatria all'università di Tel Aviv il professor Raanan Shamir.

Punto di partenza dell'incontro è l'importanza dell'evidenza scientifica anche negli studi sull'alimentazione: un aspetto spesso sottovalutato. Eppure, spiegano gli esperti, l'unica certezza adeguatamente comprovata è che il sovrappeso o il sottopeso siano condizioni determinate da uno scompenso tra calorie assunte e consumate. Altro aspetto su cui concordano gli studiosi è quello dei limiti dell'approccio riduzionista al singolo macronutriente. In base a questo, ad esempio, si è a lungo pensato ai grassi come 'elemento nemico', una sorte che in tempi più recenti è toccato allo zucchero. "Ma senza un approccio olistico - obietta il professor Luc Tappy - non si può valutare l'alimentazione nella sua totalità".

Una posizione che trova fondamento anche nelle ricerche condotte da John Ioannidis, tra i più autorevoli statistici al mondo, e pubblicate sul British Medical Journal: "Gli studi clinici epidemiologici che hanno dimostrato rapporti di causa effetto tra consumo di singoli nutrienti e conseguenze sulla salute - scrive - hanno durata troppo breve o un campione troppo esiguo per trarne delle linee guida". Un ragionamento che Peter C. Austin, Institute for Clinical Evaluative Sciences di Toronto, porta alle estreme conseguenze, evidenziandone i paradossi: "Equivale, ad esempio - osserva - a sostenere che i nati sotto il segno della Vergine siano più a rischio di frattura della tibia e a episodi di vomito in gravidanza". Ne deriva che i modelli di nutrizione vadano necessariamente integrati al contesto culturale, climatico e tradizionale di provenienza. E alla fine si potrebbe scoprire che lo zucchero non è un alimento così 'colpevole' come lo ritiene l'immaginario collettivo. 

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