La "moringa" sfamerà Haiti

Progetto Aquaplus partito con 60 mila euro ha raccolto 1,2 mln

Redazione ANSA MILANO

(di Bianca Maria Manfredi) (ANSA) - MILANO, 21 MAR - Ad Haiti il 58% della popolazione non copre il proprio fabbisogno di calorie e il 28% di chi vive in zone rurali soffre di malnutrizione cronica. A questa situazione, potrebbe, però, esserci una soluzione a portata di mano: la "moringa oleifera", una pianta che fornisce un altissimo apporto di proteine e vitamine (8 volte più della vitamina C delle arance e 4 volte più della vitamina A delle carote). Una sperimentazione per creare degli integratori alimentari è già cominciata e al momento il progetto, a cui collaborano l'Università di Milano e la Notre Dame di Haiti, è alla fase dei test su 500 famiglie haitiane.

E' questa la conclusione inaspettata di un altro progetto - che sarà in mostra nel cluster dei cereali ad Expo - iniziato ad Haiti in sordina dopo il terremoto che ha devastato il Paese nel 2010. Il Distretto 2042 del Rotary, a Milano, stava pensando da tempo a un progetto, da legare all'esposizione universale, non solo per aiutare una popolazione ma per creare una metodologia che la rendesse indipendente. E ha pensato che Torbek, una zona poverissima, non colpita dal sisma dove molti emigrati erano tornati come profughi, fosse il posto ideale per testare sul campo Aquaplus. ''Il nome è stato scelto - ha spiegato il direttore del progetto Pier Marco Romagnoli - perché si tratta di fornire acqua pulita, ma anche qualcosa di più''.

La prima fase è servita per sistemare l'acquedotto, portando l'acqua vicino a casa di chi pagava una cifra bassissima e creando 50 fontane. Le prime erano semplici strutture di cemento armato, poi un architetto ha ideato fontane decorate con detriti del terremoto, come schegge di ceramica, e conchiglie. Sono gli stessi haitiani a farle ''e sono diventate dei punti di socializzazione - ha raccontato Romagnoli - tanto che ci chiedono il materiale per costruirne dove non ci sono''. Sono stati sistemati anche i canali per l'irrigazione, in modo da migliorare le coltivazione. E, nello stesso tempo (questa è la seconda fase), è iniziato un lavoro con la facoltà di Agraria dell'università locale, la Notre Dame. I docenti haitiani sono stati a Milano, i docenti della Statale vanno ad Haiti e sono state istituite anche delle borse di studio. ''Così - ha detto - si creano degli agronomi. E sono loro ad insegnare ai contadini quali sono le coltivazioni più adatte e varie, evitando che si limitino solo a riso e mais''. Fra queste coltivazioni c'è l'albero del pane, ma soprattutto la manioca.

E sulla manioca è partita la fase tre del progetto: la costruzione di una unità di trasformazione, creata insieme a un consorzio dei contadini locali, che produce farina di manioca e gallette, vendute alle scuole. E' a questo punto che è arrivata, a sorpresa, la fase quattro: su richiesta del World Food Program, è iniziata la ricerca per creare degli integratori nutrizionali per l'infanzia.

''Siamo partiti con circa 30 mila euro messi da Expo e altri 30 mila messi da noi rotariani per Aquaplus- ha spiegato Romagnoli - e ad ora abbiamo raccolto oltre 1 milione 200 mila euro'', risorse del Rotary International, della Fondazione Cariplo, del Comune di Milano che nel progetto ha investito 200 mila euro dei soldi raccolti subito dopo il terremoto. E ora si ricomincerà tutto da capo in Africa.(ANSA).

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