(ANSA) - MILANO, 31 LUG - Gli italiani sono sempre più
virtuosi contro lo spreco alimentare. La quantità di cibo
buttata si è ridotta del 57% rispetto al 2013 e oggi l'81% degli
italiani legge abitualmente le etichette e controlla se il cibo
scaduto è ancora buono prima di gettarlo. Questi i dati di un
recente rapporto della Waste Watchers (l'Osservatorio nazionale
sullo spreco dell'Università di Bologna), riferiti a Expo da
Barbara Paolini, medico nutrizionista dell'Azienda Ospedaliera
Senese e vice segretario nazionale dell'Associazione Italiana
Dietetica e Nutrizione Clinica. In un incontro su 'Educare gli
studenti alla lotta agli sprechi alimentari, a casa e a scuola',
Paolini sottolinea che in Italia si notano segnali di
miglioramento. In particolare per quanto riguarda i giovani.
"E' più facile educare i ragazzi, che poi, tornati a casa,
trasmettono le buone abitudini ai loro genitori. In famiglia gli
adulti assecondano più facilmente le richieste dei figli che non
quelle di un esperto". Lo spreco in Italia è dovuto al fatto che
non tutti sanno conservare gli alimenti adeguatamente. "Ci sono
troppi passaggi dal produttore al consumatore nelle filiere
alimentari, si cucina troppo e si fa troppa spesa". Per ridurre
gli sprechi Paolini consiglia di "rispettare la stagionalità dei
prodotti e preferire quelli che vengono dalla filiera corta,
comprare e cucinare solo ciò che serve, imparare a conservare
meglio. E usare un po' di fantasia nel riutilizzare gli avanzi".
Secondo i dati di Waste Watchers, in Italia si è passati da
una spesa di 8,7 miliardi di euro nel 2013 a una di 8,1 miliardi
nel 2014. "Questo indica - spiega l'esperta - che siamo più
attenti a ciò che compriamo. Ogni famiglia, però, continua a
sprecare 6 euro a settimana, con una media di 630 grammi di cibo
di varia natura, in particolare i cibi freschi" (latticini,
frutta, pesce, carne). "Ogni anno la metà del cibo che viene
prodotto nel mondo finisce nella spazzatura - conclude Paolini -
benché sia in gran parte commestibile. Al tempo stesso c'è un
miliardo di persone al mondo che non hanno accesso al cibo".
(ANSA).
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