(di Lino Grossano)
(ANSA) - MILANO, 23 GIU - Esattamente 15 anni fa, il 22
giugno del 2000, alcuni ricercatori americani completarono la
'mappa' del genoma umano, rivoluzionando la scienza biomedica.
Oggi la rivoluzione scientifica passa per la Proteomica, ovvero
l'insieme di tutte le proteine prodotte dal DNA di un essere
vivente. E questo insieme, inaspettatamente, ha un ruolo
importantissimo nella Scienza della Nutrizione: dal cibo che
'cura' a quello che potenzia il sistema immunitario, fino
all'alimento che nasconde nelle sue proteine il 'segreto' di un
gusto migliore.
Su questo tema si è aperto a Expo il IX Convegno della
Società Europea di Proteomica, coordinato dall'Associazione
Italiana di Proteomica (ItPA). "Dire che 'siamo ciò che
mangiamo' e che il cibo può essere la nostra medicina non è solo
filosofia - spiegano gli organizzatori - ma una realtà
incontestabile: è noto infatti il cibo che ingeriamo si
trasforma ed è fatto anche di proteine che il nostro corpo
utilizza, in una complessa relazione diretta". Studiare il
proteoma degli alimenti, e quindi l'insieme di tutte le proteine
che contiene, "ci dà la consapevolezza che l'alimento una volta
ingerito, e quindi trasformato dall'organismo umano, può
cambiare la struttura delle proteine di quest'ultimo, in meglio
o peggio".
Il tema della Nutrizione di Expo è il terreno fertile per
affrontare queste scoperte. Lo studio delle proteine del latte
e del latte materno, ad esempio, "ha dimostrato come esistono
proteine che aiutano lo sviluppo cognitivo, altre plasmano e
migliorano il sistema immunitario del bambino, rendendolo più
forte. La ricerche confermano la crucialità dell'allattamento
materno, provando come quest'ultimo garantisca una continuità,
non solo psicologica ma anche fisiologica". La Proteomica
permette inoltre di selezionare tipi di latte in grado di
ridurre le reazioni allergiche nei bambini intolleranti: "E dopo
il latte d'asina, già utilizzato e noto da molto tempo - dicono
gli esperti - alcuni ricercatori stanno lavorando sull'impiego
di latte di cammella".
Un altro filone di ricerca è quello che si concentra sul
microbiota, ovvero l'insieme di batteri presenti naturalmente
negli alimenti, e che è strettamente collegato al tema della
sicurezza e della qualità del cibo. "La maggior parte degli
alimenti che fanno parte della nostra tradizione e cultura
alimentare, come latte, latticini, insaccati, carne, sono
alimenti 'vivi': contengono cioè microrganismi tipici
dell'alimento e gli conferiscono le sue caratteristiche
peculiari". Studiare il Proteoma di questi microrganismi e le
interazioni che hanno con il cibo "fornisce importanti
informazioni su come mantenere questa flora benevola e
contrastare i microrganismi patogeni che possono contaminarlo,
garantendo innanzi tutto sicurezza e mantenendone la qualità". E
se i microrganismi peculiari di un particolare territorio gli
donano il suo sapore tipico, è facile intuire come le proteine
siano forse il 'segreto' della loro bontà: "Il gusto -
concludono gli esperti - dipende anche dal Proteoma".(ANSA).
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