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Plastica, l'80% degli italiani teme il disastro ambientale

Studio Ipsos, Plastic-free è un'opportunità

(di Alessandro Danese) ROMA

Alla vigilia di una nuova era "plastic free" scandita dagli step dell'Unione Europea e dal grido di allarme di un pianeta invaso dalla plastica, l'80% degli italiani teme di essere alle soglie di un disastro ambientale e il 74% "pensa di aver contribuito personalmente alle isole dei rifiuti negli oceani". Lo rivela il primo studio Ipsos dedicato alla "plastica", realizzato grazie all'analisi di numerosi studi e indagini di mercato condotte dall'Istituto su tematiche quali Csr (corporate social responsibility - responsabilità sociale d'impresa) e sostenibilità ambientale, che ci racconta comunque una crescente consapevolezza ambientale dei cittadini e delinea le aspettative dei consumatori nei confronti delle aziende in tema di impatto ambientale.

Per quanto riguarda "l'allarme plastica" per il 50% (1 su 2) è un problema molto serio e oltre 1 italiano su 3 ritiene che siano le aziende a dover offrire risposte concrete per la riduzione dell'uso della plastica nelle confezioni dei prodotti venduti, aziende che per il 77% non stanno facendo abbastanza per la sostenibilità.

Quindi "l'emergenza ecologica - secondo l'analisi - non è più percepita come priorità solo per una élite, ma è un problema vissuto dalla gran parte delle persone che se ne fanno carico attraverso, prima di tutto, un'acquisizione di conoscenza qualificata" cresciuta negli ultimi 4 anni del 65%. Ancora in merito al 'Sos plastica' per il 50% degli italiani "è un problema molto serio", mentre il 46% lo ritiene "solo" un problema, che esiste ma può essere risolto (26%) oppure che esiste perché ora la plastica non è adeguatamente riciclata (20%). Infine l'1% considera il dibattito sulla plastica frutto di allarmismi inutili e il 2% non lo vive come preoccupazione.

Inoltre dallo studio emerge come il plastic-free alle porte "rappresenti un'opportunità unica da cogliere e una scelta strategica per le aziende" e che il packaging è "il primo fattore di sostenibilità su cui viene valutato un brand (41%)".

Inoltre per il 77% dei cittadini le aziende dovrebbero ridurre le emissioni e l'impatto ambientale. Proprio sul nuovo modo di vivere il rapporto con il brand per il 52% degli italiani emerge il desiderio di trovare marche che permettano loro "di fare la differenza nel mondo". Un altro messaggio significativo dell'analisi Ipsos è quello per cui "oggi l'azienda sostenibile viene ripagata dai consumatori" con "il 68% dei cittadini disposto a pagare di più per un prodotto o servizio di un'azienda che attua politiche ambientali serie e rigorose". Per quanto riguarda i propri comportamenti, il 53% dichiara di acquistare prodotti realizzati con materiali riciclati, il 48% di riutilizzare articoli monouso, il 41% di smettere di acquistare beni con imballaggi non riciclabili e il 24% di smettere di andare nei negozi che ne usano molti. Infine nonostante la strada intrapresa verso un domani "plastic free" gli italiani ammettono che tra i prodotti in plastica a cui faticheranno a rinunciare ci sono le bottiglie d'acqua (il 33%) e le pellicole trasparenti per alimenti (il 27%).(ANSA).

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