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Nucleare: Desiata, deposito nazionale non in ex centrali

'Sono adatte solo a stoccaggi temporanei'

Redazione ANSA SESSA AURUNCA (CASERTA)

SESSA AURUNCA (CASERTA) - "Le quattro ex centrali nucleari italiane e gli altri quattro siti gestiti dalla Sogin non sono idonei al Deposito nazionale delle scorie nucleari, ma solo a stoccaggi temporanei". Lo ha detto all'ANSA l'amministratore delegato della Sogin, la societa' pubblica per lo smantellamento degli impianti nucleari, Luca Desiata, a margine di una conferenza stampa alla ex centrale del Garigliano, a Sessa Aurunca (Caserta).

Le quattro ex centrali nucleari italiane sono Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Garigliano (Sessa Aurunca, Caserta) e Latina. Gli altri impianti dismessi del ciclo del combustibile sono a Rotondella (Matera), Saluggia (Vercelli), Casaccia (Roma) e Boscomarengo (Alessandria). Un quinto impianto nucleare sara' preso in carico dalla Sogin a breve, l'ex centro ricerche dell'Ue di Ispra (Varese).

La Sogin ha preparato una mappa dei siti possibili dove potrebbe essere collocato il Deposito nazionale delle scorie nucleari. Questa mappa, detta Cnapi, e' tenuta top secret ed e' al momento ai Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico per la valutazione finale, prima della pubblicazione. Il Deposito deve sorgere in zone non sismiche e lontano dal mare, da corsi d'acqua e da centri abitati. La vicinanza a corsi d'acqua, necessaria per una centrale nucleare, rende non idonee gli impianti dismessi per il Deposito. 

Nucleare: Desiata, scorie all'estero sono soldi buttati
Sogin, deposito nazionale e' una infrastruttura sicura
SESSA AURUNCA (CASERTA) - "Per me lo stoccaggio all'estero delle scorie nucleari sono soldi buttati. Il deposito nazionale e' una infrastruttura sicura, e sono soldi che restano sul territorio italiano". Lo ha detto oggi l'amministratore delegato della Sogin (l'azienda pubblica per lo smantellamento delle centrali nucleari), Luca Desiata, in una conferenza stampa alla ex centrale del Garigliano, a Sessa Aurunca (Caserta).

Le scorie italiane ad alta radioattivita' al momento sono stoccate in Gran Bretagna e Francia (84 metri cubi), e i contratti siglati da Sogin prevedono il rientro nel nostro paese nel 2025, pena il pagamento di penali. La normativa Ue impone che ogni paese custodisca le proprie scorie sul suo territorio e l'Italia ha una legge che prevede la realizzazione di un deposito nazionale. Sogin ha preparato una mappa dei siti possibili per la discarica, che al momento e' tenuta top secret ed e' al vaglio dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico. "Se mi dicono tieni i rifiuti all'estero - ha aggiunto Desiata -, io li tengo. Ma bisogna essere consapevoli che questo ha un costo".

Degli 84 metri cubi di scorie ad alta radioattività stoccate all'estero, 64 sono in Francia e 20 sono in Gran Bretagna. A questo materiale estremamente radioattivo vanno aggiunti i 10 metri cubi di combustibile uranio-torio custoditi al centro Itrec di Rotondella (Matera) e provenienti dalla centrale di Elk River negli Stati Uniti.

Centrale Garigliano, alternatore va in demolizione
A Brescia il primo pezzo, sarà fuso per recupero metalli
SESSA AURUNCA (CASERTA) - E' partito oggi alla volta di Brescia il primo pezzo dell'alternatore della centrale nucleare dismessa del Garigliano, a Sessa Aurunca (Caserta). L'intero alternatore, destinato ad essere fuso per recuperare ferro, rame e plastica, sarà portato via con quattro viaggi nel giro di una settimana. Complessivamente saranno recuperate quattrocento tonnellate di materiale. Solo diciassette tonnellate di amianto, il 4% dell'alternatore, non potranno essere riciclate e finiranno in discarica.

La prossima tappa dello smantellamento della ex centrale sarà la demolizione della turbina, che sarà completata nel 2020. Nella turbina, diversamente dall'alternatore, una parte del metallo ha bassa radioattività. Questa parte non potrà essere riciclata, ma sarà stoccata sul posto.

La parte più delicata dello smantellamento della centrale sarà la demolizione del guscio del reattore, il vessel, dove si trova il 99% del materiale radioattivo (non l'uranio, già rimosso). L'operazione sarà condotta ricoprendo d'acqua il vessel e mandando robot subacquei comandati a distanza a tagliare l'acciaio. La demolizione della ex centrale, cominciata nel 2012, dovrebbe essere completata nel 2026, per un costo finale di 380 milioni di euro. Saranno smaltite 270 mila tonnellate di materiali, dei quali solo seimila tonnellate radioattivi.

Questi ultimi saranno stoccati sul sito stesso della centrale, in depositi temporanei, in attesa che venga realizzato il deposito nazionale. L'edificio della centrale, inaugurata nel 1964 su progetto di Riccardo Morandi, è stato vincolato come immobile di valore storico-artistico e dovrebbe essere conservato.

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