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Creare nuove Aree Marine Protette con le comunità del Mediterraneo

Premiato il progetto BlueSails all'Oceanthon 2021

Redazione ANSA

Proteggere, entro il 2030, il 30% dell’oceano è uno degli obiettivi delle Nazioni Unite, della Global Ocean Alliance e della Commissione Europea. Proprio in questa direzione lavora “BlueSails”, il progetto dei tedeschi Margaux Antonia Huth e Jendrik Dedow proclamato vincitore dell’Oceanthon 2021, primo hackathon dedicato all’innovazione in campo marino, promosso da Ioc-Unesco nell’ambito del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile (istituito dalle Nazioni Unite dal 2021 al 2030).

Aperta a tutto il bacino del Mediterraneo, la seconda edizione dell'hackathon dedicato a "Oceano e Clima" - che si è svolta dal 24 al 26 settembre 2021 e a cui hanno partecipato persone provenienti da 31 Paesi - è stata realizzata insieme al Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), ad Hack for Italy e all'operatore energetico E.ON. L’obiettivo di BlueSails è lavorare con le comunità per sviluppare dal basso una rete di Aree Marine Protette nel Mediterraneo, pianificando un network di stakeholder (pescatori, cittadini, enti locali, imprenditori) coinvolti in una community globale che condivide interessi e azioni, invia stimoli, idee, contenuti per contribuire al benessere di tutti, giorno dopo giorno, in grado di attivarsi sia online che offline per proteggere l’oceano.

"Con più Aree Marine Protette si rallenterebbe la perdita di biodiversità. Il mare avrebbe il tempo per rigenerarsi e recuperare un’ottima salute, assorbirebbe più efficacemente il biossido di carbonio (Co2) e ci garantirebbe di mantenere risorse di cibo più sane”, ha spiegato Francesca Santoro, specialista di programma dell’Intergovernmental Oceanographic Commission Unesco e promotrice del Decennio del Mare in Italia.

"Cuore del progetto BlueSails è la metodologia del 'Talanoa dialogue', un concetto che fa parte della cultura fijiana: significa istituire una serie di dialoghi inclusivi e itineranti per far capire l’importanza di istituire Aree Marine Protette ma anche per ascoltare la voce di tradizioni millenarie che rappresentano il nostro patrimonio culturale e naturale”, ha specificato Vienna Eleuteri, scienziata della sostenibilità e membro del comitato scientifico dell’associazione Triton. La squadra vincitrice ha ricevuto un premio di 5.000 euro da E.ON che insieme a Unesco, lavorerà per affiancarla e supportarla nella realizzazione del progetto tramite un percorso di mentorship.

Menzione speciale per il progetto “Revitalisation Platform” degli italiani Laura Cannarozzi, Francesca Vittorini e Andrea Tabocchini che combina scienza e architettura, offrendo una soluzione al degrado marino e ambientale, e allo stesso tempo sensibilizzando la società sull'importanza della qualità dell'acqua. Il team ha infatti progettato una piattaforma galleggiante multifunzionale che offre due soluzioni: il lato della piattaforma sotto l'acqua supporta un sistema di biorisanamento, rigenerando l'acqua utilizzando le proprietà naturali dell'organismo marino; la parte della piattaforma in superficie offre invece uno spazio flessibile per qualsiasi tipo di evento, promuovendo un approccio edonistico alla sostenibilità.

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