Condivisione degli obiettivi fissati dalla strategia Farm to Fork ma prima occorre valutarne l'impatto sulla prodizione ortofrutticola. E' la posizione comune delle organizzazioni agricole cooperative di Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Polonia, che rappresentano l'80% della produzione ortofrutticola comunitaria per un valore da 20 miliardi. La riduzione del 50% entro il 2030 dei prodotti fitosanitari, infatti, potrebbe compromettere redditività e biodiversità di alcune colture. Il documento, inviato alla Commissione e al Parlamento Ue e ai ministeri dei paesi coinvolti, mette nero su bianco alcune considerazioni, precisando che "tutti i cambiamenti possono essere affrontati, ma a certe e fondamentali condizioni, che siano accessibili, realistiche ed eque". "Siamo noi produttori i primi a sostenere la necessità di ridurre l'uso della chimica, essendo il campo agricolo il nostro ambiente di lavoro", chiarisce il coordinatore Ortofrutticolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari Davide Vernocchi che, insieme alle altre sigle, ritiene indispensabile uno studio d'impatto preventivo per misurare la possibile ricaduta degli obiettivi fissati. Anche perchè, "la ricerca di metodi alternativi a difesa delle colture è un processo lento, spesso ancora carente in termini di efficienza, di qui la necessità di rafforzare il ruolo della ricerca pubblica e dell'innovazione". Il documento suggerisce anche l'adozione di nuovi controlli sulle importazioni da Paesi terzi, per garantire che tutti i prodotti rispettino gli stessi requisiti ambientali, sociali e sanitari obbligatori in Ue. Una riflessione è dedicata anche al metodo biologico che, secondo le sigle, "non è l'unico sostenibile, dal momento che vi sono anche la produzione integrata, il controllo biologico e gli schemi internazionali di sostenibilità".(ANSA).