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Esposto degli ambientalisti, no ai tagli sconsiderati della vegetazione lungo gli argini

In Toscana. Distruggono un ecosistema ricco di biodiversità

Redazione ANSA FIRENZE

Le associazioni ambientaliste Lipu, Wwf, Italia Nostra, Grig e Isde hanno presentato un esposto alle procure toscane, ai ministeri competenti ed ai carabinieri forestali in merito alla gestione non sostenibile dei corsi d'acqua in Toscana. Nell'esposto le associazioni diffidano la Regione Toscana dall'autorizzare gli enti delegati come i Consorzi di bonifica e amministrazioni provinciali, a procedere con il taglio o lo sfalcio di alberi e altra vegetazione ripariale nel periodo riproduttivo dell'avifauna selvatica (marzo-luglio) e dall'effettuare qualsiasi attività inibita dalla normativa nazionale e regionale.

"I fiumi - spiegano le associazioni in una nota - sono elementi fondamentali del territorio e devono assicurare una buona qualità delle acque; caratterizzano il paesaggio e sono ricchi di biodiversità. Come è stato ribadito dagli accademici delle università al convegno 'Fiumi e natura' svolto lo scorso 5 aprile a Firenze, il rischio idraulico può essere gestito contestualizzandolo a ogni tratto fluviale, e deve considerare sia gli aspetti di sicurezza idrogeologica che la tutela degli ecosistemi. In tutto questo, la vegetazione ripariale, che svolge un ruolo importante limitando l'erosione e rallentando la corrente dei corsi d'acqua, va gestita adeguatamente".

Le associazioni rilevano come, negli ultimi anni, gli enti gestori attuino interventi invasivi su ampia scala, con il taglio completo di alberi, anche ad alto fusto, ed altre piante, e che le normative vigenti e le linee guida non vengano rispettate. "Peraltro - concludono - la Regione Toscana è inadempiente anche nel rispetto della tempistica con cui dovevano essere emanate le 'direttive per la conservazione e la protezione dell'ecosistema toscano nell'ambito della progettazione ed esecuzione degli interventi di manutenzione e messa in sicurezza dei corsi d'acqua' previste dall'art. 32 della Legge regionale 70/2018". 

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