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Dissesto del suolo: Morassut, merita urgenza, vogliamo un Dl

Sottosegretario all'Ambiente,tempi del Collegato non compatibili

Redazione ANSA ROMA

Sul dissesto idrogeologico "vogliamo portare all'attenzione del Parlamento un decreto legge. Nulla più del tema del dissesto merita di essere trattato con 'urgenza'". Lo ha detto il sottosegretario all'Ambiente Roberto Morassut in un'intervista a greenreport.it. "I tempi del Collegato Ambientale - ha spiegato - non sono compatibili con la necessità di intervenire subito, apportando modifiche significative ad una macchina operativa che, nel tempo, si è caricata di troppe stratificazioni per le continue e non sempre efficaci manomissioni al modello operativo". "La mia opinione - ha continuato Morassut - è che bisogna far funzionare bene le risorse economiche e professionali di cui lo Stato dispone, migliorandone le prestazioni e rimettendo ordine nel processo operativo, chiarendo meglio chi fa cosa".

A proposito del Collegato Ambientale, il sottosegretario ha ribadito che "stiamo lavorando su dei materiali preliminari che comprendono contributi degli uffici e degli organi tecnici, consultivi e legislativi del ministero dell'Ambiente oltre ai contributi liberi delle forze politiche di maggioranza. La selezione - ha precisato - dovrà avvenire, in primo luogo, in relazione al quadro europeo e alle linee strategiche su cui si assesterà la Commissione europea per impostare il Green new deal, in primo luogo dal punto di vista delle risorse economiche disponibili e degli obiettivi. Partendo da questa 'visione' costruiremo il testo del Collegato nel lavoro della maggioranza e nel confronto con altri ministeri". Morassut ha assicurato che "c'è piena sintonia con il ministro sulle strategie e sugli obiettivi che rappresentano un punto qualificante del programma di governo, e sui quali il ministro è impegnato con grande energia. Nel ministero c'è un bel clima di collaborazione e con tutti gli uffici coinvolti riusciremo a portare a sintesi un lavoro così articolato".

Il ministero dell'Ambiente, ha poi detto il sottosegretario, vuole "coordinare la legislazione sul tema del danno ambientale e delle bonifiche, che oggi viaggiano su due binari paralleli" con la conseguenza "che l'individuazione dei responsabili degli inquinamenti non ha la certezza necessaria e quindi diventa tutto più lento. L'individuazione certa della responsabilità di un'area inquinata è il primo passaggio e va risolta con tempi più certi. In secondo luogo, vi è il tema della certificazione della analisi del rischio che ci restituisce l'intensità dell'intervento di bonifica. Anche qui il meccanismo è farraginoso. Per affrontare questi temi il ministero dell'Ambiente ha istituito una Direzione generale specifica sulle bonifiche, che ha iniziato a lavorare con grande impegno".

Rafforzare l'impegno sulle rinnovabili e riconvertire tutto il trasporto pubblico locale all'energia pulita nell'arco di pochi anni, meno di un decennio sono gli obiettivi del ministero dell'Ambiente, nell'ambito dell'accelerazione della transizione energetica. "Il lavoro svolto dal ministero dell'Ambiente (d'intesa col Mise) sul Pniec (il piano Energia Clima 2030) è stato importante e resta un patrimonio fondamentale. Ma dobbiamo tener conto che siamo in un momento di grande accelerazione sul tema della transizione energetica sia per quanto riguarda gli obiettivi indicati dall'Europa (che vogliamo cogliere) sia per quanto riguarda l'evoluzione tecnologica e dei sistemi di approvvigionamento, oltre che delle fonti. Si stanno aprendo interessanti prospettive per l'idrogeno ma intanto occorre rafforzare l'impegno sulle rinnovabili". Nello stesso tempo, ha proseguito Morassut, "occorre compiere uno sforzo maggiore sul tema del contenimento delle emissioni di Co2, con investimenti sulle infrastrutture verdi, sulla riconversione di alcuni settori industriali (e qui c'è il tema di Taranto e del settore siderurgico) e sulla questione della rigenerazione urbana in funzione del contenimento del consumo di suolo e della riconversione industriale dell'edilizia, puntando su nuovi materiali, nuove tecnologie impiantistiche, nuove forme urbane non estensive ed un riciclo dei materiali da costruzione attraverso uno specifico End of waste", ha concluso.

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