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Smog: Commissione Ue, obiettivo è dimezzare morti per 2030

Pronti ad aiuto tecnico, auspicio è accordo 28 e negoziati settembre

Redazione ANSA LUSSEMBURGO

"L'inquinamento dell'aria resta la principale causa ambientale delle morti a livello Ue, con oltre 400mila morti" e quindi "qualunque proposta deve mantenere l'obiettivo di dimezzare questi decessi entro il 2030". Questa la posizione del commissario europeo all'ambiente, Karmenu Vella, aprendo il dibattito del Consiglio ambiente oggi a Lussemburgo, sui nuovi tetti nazionali delle emissioni per il 2030 (NEC), in particolare anidride solforosa (SO2), ossidi di azoto (NOX), composti organici volatili non metanici, ma anche ammoniaca, metano e micropolveri sottili (Pm 2.5). "Sappiamo che le fonti transfrontaliere sono responsabili anche del 60% degli inquinanti, per questo è necessaria una soluzione a livello Ue - ha detto Vella - e con azioni congiunte, efficaci, che permetta di ridurre il numero dei morti". "Alcune questioni tecniche sono ancora da definire, ma è il momento di fare delle scelte e decidere quale politica per l'aria vogliamo, come avanzare" ha aggiunto Vella, ribadendo la disponibilità della Commissione Ue "a dare l'assistenza necessaria per superare le differenze fra i colegislatori".

Secondo il commissario europeo all'ambiente questo lavoro tecnico "può essere finalizzato nei prossimi mesi per essere pronti" ai negoziati fra le istituzioni Ue "a settembre". "Spero in un accordo oggi che invii un messaggio politico chiaro, non solo agli esperti, ma a tutti i cittadini, dicendo che siamo seri su questo tema e vogliamo affrontare questo problema" ha concluso Vella.

Galletti, no a target vincolanti se non raggiungibili
"Non potremo sottoscrivere impegni obbligatori di riduzione senza la certezza che questi siano raggiungibili e sostenibili". Questa la posizione dell'Italia, espressa dal ministro dell'ambiente, Gian Luca Galletti, al Consiglio ambiente sui nuovi tetti nazionali delle emissioni per il 2030 (NEC), che mirano a ridurre i decessi legati all'inquinamento, ma che generano "preoccupazione", specie sui dati di ammoniaca e particolato (Pm 2.5). "L'obiettivo di migliorare la qualità dell'aria e ridurre il numero delle morti premature è senza dubbio per noi un obiettivo prioritario" ha detto Galletti. "Siamo convinti - ha proseguito il ministro dell'ambiente - che per raggiungere risultati concreti dovremmo continuare a perseguire un approccio graduale, che preveda il contributo di tutti i settori e che un maggiore coordinamento fra differenti strategie a livello comunitario potrebbe essere di aiuto nell'indirizzare le politiche nazionali, per renderle più efficaci".

Allo stesso tempo per Galletti "gli obiettivi che fisseremo per il 2030 dovranno essere certamente ambiziosi ma allo stesso tempo realistici e raggiungibili: questo è uno degli elementi che continua ad essere problematico e a suscitare nel mio Paese preoccupazioni e che dovrà essere affrontato con maggiore attenzione nelle prossime settimane". "Mi riferisco in particolare - ha precisato il ministro dell'ambiente - agli obiettivi su particolato e ammoniaca. Secondo le nostre stime i dati forniti dalla Commissione ue non risultano realistici e andrebbero aggiornati alla luce dei dati forniti a livello nazionale e delle statistiche sui consumi della biomassa e dell'effettiva potenzialità di riduzione nei diversi settori". In conclusione "siamo disposti a lavorare in maniera costruttiva per spiegare ulteriormente le differenze fra i dati prodotti a livello nazionale e a definire obiettivi di riduzione ambiziosa" ha detto Galletti, che ha quindi avvertito: "Non potremo sottoscrivere impegni obbligatori di riduzione senza la certezza che questi siano raggiungibili e sostenibili".

"L'obiettivo di migliorare la qualità dell'aria e ridurre il numero delle morti premature è senza dubbio per noi un obiettivo prioritario" ha detto Galletti. "Siamo convinti - ha proseguito il ministro dell'ambiente - che per raggiungere risultati concreti dovremmo continuare a perseguire un approccio graduale, che preveda il contributo di tutti i settori e che un maggiore coordinamento fra differenti strategie a livello comunitario potrebbe essere di aiuto nell'indirizzare le politiche nazionali, per renderle più efficaci". Allo stesso tempo per Galletti "gli obiettivi che fisseremo per il 2030 dovranno essere certamente ambiziosi ma allo stesso tempo realistici e raggiungibili: questo è uno degli elementi che continua ad essere problematico e a suscitare nel mio Paese preoccupazioni e che dovrà essere affrontato con maggiore attenzione nelle prossime settimane". "Mi riferisco in particolare - ha precisato il ministro dell'ambiente - agli obiettivi su particolato e ammoniaca. Secondo le nostre stime i dati forniti dalla Commissione ue non risultano realistici e andrebbero aggiornati alla luce dei dati forniti a livello nazionale e delle statistiche sui consumi della biomassa e dell'effettiva potenzialità di riduzione nei diversi settori". In conclusione "siamo disposti a lavorare in maniera costruttiva per spiegare ulteriormente le differenze fra i dati prodotti a livello nazionale e a definire obiettivi di riduzione ambiziosa" ha detto Galletti, che ha quindi avvertito: "Non potremo sottoscrivere impegni obbligatori di riduzione senza la certezza che questi siano raggiungibili e sostenibili".

"Sulla qualità dell'aria abbiamo fatto presente che per il nostro Paese comunque resta una priorità. Abbiamo bisogno di avere dei dati di partenza concordati. Abbiamo dato la massima disponibilità a lavorare con la Commissione per definire quali sono i parametri di partenza e quelli di arrivo. Credo che questa sia una richiesta venuta non solo dall'Italia, ma da tutti i Paesi", ha spiegato Galletti, prima di lasciare il consiglio Ambiente Ue. Per definire i nuovi tetti nazionali delle emissioni per il 2030 (NEC), che mirano a ridurre i decessi legati all'inquinamento "serve una collaborazione molto forte con tutti i Paesi, perché credo che oggi i dati degli Stati e quelli della Commissione siano disomogenei". "Più in generale - aggiunge - la competenza sulla qualità dell'aria è delle Regioni, ma ci sono anche molti accordi tra Regioni e ministero dell'ambiente per migliorare. Si tratta di azioni anche molto pratiche, dalla limitazione della circolazione, alla certificazione delle caldaie. Nei prossimi mesi lavoreremo per estendere queste convenzioni anche con le Regioni del sud".

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