Quotidiano Energia - Arriva la versione finale del Piano per la transizione ecologica (Pte) approvato in via definitiva dal Cite l’8 marzo. Sulla Gazzetta Ufficiale del 15 giugno è stata pubblicata la delibera di via libera con il link al testo definitivo del Pte.
Con gli interventi delineati nelle 175 pagine del documento, si legge nel Pte, si vuole perseguire un “futuro sostenibile”, trasformando l’Italia in un “campione mondiale della transizione ecologica”.
Frutto del lavoro collettivo del Cite e coordinato dal Mite, questa prima versione del Piano – si sottolinea - subirà periodici aggiustamenti in “base alla maturazione di nuove tecnologie che si affiancheranno a quelle attuali per realizzare obiettivi così ambiziosi, e di politiche economiche e sociali che accompagneranno tale transizione in modo da assicurare giustizia, benessere e lavoro”.
Le principali misure previste nel Piano interessano: decarbonizzazione; mobilità sostenibile; miglioramento della qualità dell’aria; contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico; tutela delle risorse idriche e delle relative infrastrutture; ripristino e rafforzamento della biodiversità; tutela e sviluppo del mare; promozione dell’economia circolare, della bioeconomia e dell’agricoltura sostenibile.
Nell’idea del ministro Cingolani il Pte può funzionare come un “Piano dei piani”, una specie di grande contenitore trasversale in cui potessero confluire i vari strumenti di programmazione.
Ogni anno, entro il 31 maggio, il Mite dovrà trasmettere alle Camere una relazione annuale sullo stato di attuazione del Pte, dando conto delle azioni, delle misure e delle fonti di finanziamento adottate. La relazione dovrà essere preparata anche con il supporto del Ctc (Comitato tecnico di supporto del Cite) e di gruppi di lavoro (saranno otto e verranno definiti con atto del Mite). Nell’approvare il Piano è stato anche stabilito di creare un gruppo interministeriale sui sussidi ambientalmente dannosi (Sad).
Sulla versione preliminare del Pte la Conferenza Unificata aveva espresso parere negativo ma i rilievi, si legge nella delibera del Cite, riguardavano “prevalentemente la condivisione della governance e non il contenuto tecnico”. Sul punto la sottosegretaria Gava aveva detto a marzo alla Camera che per superare la contrarietà delle Regioni sono state adottate procedure che ne garantiscono un accentuato coinvolgimento nella versione aggiornata del Pte.
In allegato sul sito di Quotidiano Energia la versione finale del Pte e la delibera di approvazione del Cite.