Quotidiano Energia - “Il sistema elettrico francese deve affrontare oggi una inedita doppia fragilità sul fronte della disponibilità, che riguarda sia gli impianti del ciclo del combustibile che il parco dei reattori nucleari”. E’ l’allarme lanciato dal presidente dell’Autorità per la sicurezza nucleare francese (Asn), Bernard Doroszczuk, che in un’audizione parlamentare ha insistito in particolare sui problemi di corrosione riscontrati in alcuni reattori, le cui cause “sono ancora ignote”.
Presentando il rapporto annuale sulla sicurezza nucleare, Doroszczuk ha avvertito che risolvere il problema della corrosione richiederà “un piano di grande scala”, per sviluppare il quale serviranno “molti anni”.
Edf ha reso noto oggi che al momento 12 reattori sono stati fermati per le prove di corrosione sotto sforzo (Csc), che hanno sinora evidenziato problemi nelle unità Civaux 1, Chooz 1 e Penly 1 ma non a Chinon B3.
Proseguono i controlli sugli altri 8 reattori: Bugey 3 e 4, Cattenom 3, Civaux 2, Chooz 2, Flamanville 1 e 2, Golfech 1.
Nel corso del 2022, continua Edf, i reattori della serie 900 MW Tricastin 3, Gravelines 3, Dampierre 2, Blayais 1 e Saint Laurent B2 saranno ispezionati nell’ambito del programma di manutenzione decennale. Per quelli della serie 1.300 MW, invece, il piano di ispezioni sarà redatto in seguito traendo insegnamento delle verifiche sui reattorri da 900 MW.
Il gruppo non ritiene necessarie ulteriori fermate dei reattori nel 2022, ma ha dovuto comunque ridurre le stime di produzione del parco nucleare francese nell’anno in corso, che scendono dai 295-315 TWh sinora previsti a 280-300 TWh.
Edf calcola il conseguente impatto sull’Ebitda 2022 - sulla base dei prezzi forward 2022 al 18 maggio - in circa 18,5 miliardi di euro, contro i 14 mld € indicati nella trimestrale presentata all’inizio del mese.
Resta invariata a 300-330 TWh, almeno “in questa fase”, la previsione di produzione nel 2023.